Ai.Bi: rompiamo il silenzio su quanto accade in Siria

Bombardamenti Siria Bambini

Ai.Bi denuncia l’utilizzo di armi chimiche nei territori siriani. A rischio la vita di bambini e famiglie indifese

Ci sono stragi che colpiscono il mondo e riempiono ore e ore di servizi televisivi e ce ne sono altre che, invece, rimangono inascoltate, destinate a rimanere nel dimenticatoio per molto tempo.
È il caso di una serie di attacchi “non convenzionali” ai bambini e alle famiglie della Provincia di Idlib, in Siria. AiBi, Amici dei Bambini, presente nel luogo dal 2014 con progetti di assistenza umanitaria, ha deciso di denunciare questi fatti per richiamare l’attenzione di quanti si preoccupano solamente di quelli più noti accaduti in queste zone negli ultimi mesi.
Nelle ultime due settimane, infatti, l’esercito governativo ha intensificato i bombardamenti sopra le aree interessate dagli interventi di emergenza dell’associazione e proprio per questo si è deciso di rompere il silenzio.
In questi attacchi è stato documentato anche l’utilizzo di armi chimiche. Il 16 marzo un ordigno ha colpito il villaggio di Sarmin, provocando la morte per soffocamento di tre bambini di età inferiore ai dieci anni e dei loro genitori.

Bombardamenti Siria

Nella serata di martedì 24 marzo, due elicotteri hanno sganciato dei barili contenenti gas tossico sopra la cittadina di Binnish, centro di riferimento operativo di AiBi, su cui si concentra la maggior parte delle attività di supporto umanitario realizzate fin’ora. Dalla ludoteca sotterranea per i bambini, all’atelier di cucito per le donne, al forno per la produzione di pane da donare alle famiglie più vulnerabili, niente è rimasto immune a questi attacchi. Stando a quanto riferiscono i responsabili del locale Centro Medico Islamico, ci sarebbero diverse decine d’intossicati, per lo più donne e bambini. L’area è notoriamente soggetta a bombardamenti frequenti, ma non si erano mai verificati prima eventi di tale portata. Il personale medico, impreparato ad affrontare un’emergenza di questo tipo, è stato costretto a ricorrere all’utilizzo di maschere antincendio.
Questi avvenimenti non hanno compromesso, per ora, la capacità d’azione sul campo di AiBi o dello staff locale di Syrian Children Relief, con cui l’associazione collabora da tempo, ma è necessario un intervento immediato per evitare che altri innocenti perdano la vita. Aibi ha, inoltre, fatto sapere che «Si unisce a quanti denunciano l’utilizzo di armi chimiche in Siria e condanna fermamente gli attacchi indiscriminati in corso nella zona a nord di Idlib, che non hanno altro effetto se non quello di terrorizzare la popolazione e colpire i più deboli e indifesi, come donne, anziani e bambini, oltre a complicare gli interventi di assistenza umanitaria».

A cura di Giusy Mercadante.

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