6 dicembre 2007: incendio alla Thyssenkrupp

ThyssenKrupp

Il 6 dicembre 2007 otto operai dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino furono coinvolti in un grave incendio. Ancora oggi si discute sulla responsabilità dell’azienda.

Il 6 dicembre 2007 otto operai dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino furono coinvolti in un grave incidente. Ancora oggi, e nonostante le sentenze della Corte di Cassazione, non è stata accertata chiaramente di chi fosse la responsabilità di quanto accaduto.

Torino non è solo la città dei Savoia, il bel capoluogo piemontese che fu la prima capitale d’Italia. Torino è anche una città ricca di fabbriche dove gli operai lavorano giorno e notte. E proprio una di queste fabbriche, nella notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007, fu il luogo di un incidente, uno dei tanti che riguarda le morti sul lavoro. 
images

L’incidente avvenne nello stabilimento torinese della ThyssenKrupp, un’azienda tedesca del settore siderurgico. Poco dopo l’una di notte, a causa di una fuoriuscita di olio bollente, iniziò a propagarsi un incendio in uno dei locali dell’acciaieria. Otto operai vennero investiti dal fuoco: solo uno di loro, Antonio Boccuzzi, riuscì a salvarsi, gli altri morirono nel giro di un mese.

A partire dai giorni successivi, si cercò di capire cosa fosse successo nello stabilimento, e se ci fossero colpe o responsabilità dell’azienda, soprattutto riguardo le normative di sicurezza.

ThyssenKrupp

I sindacati e i testimoni evidenziarono come gli operai non fossero tutelati adeguatamente. I sistemi di sicurezza, come ad esempio gli idranti, non erano sufficienti o funzionali, gli estintori erano scarichi, la linea telefonica era assente e il personale di assistenza incompetente. Si scoprì, inoltre, che in passato erano scoppiati nello stabilimento altri incendi, ma che agli operai era stato ordinato di non abusare del segnale d’allarme. Inoltre, alcuni degli operai coinvolti si trovavano nello stabilimento da più di dodici ore, per via di ben quattro ore di straordinario.

Il superstite Antonio Boccuzzi fu il testimone chiave del processo contro l’azienda, che invece attribuiva l’incidente alla distrazione degli operai.

ThyssenKrupp

Nella prima udienza l’amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn, venne accusato di omicidio volontario con dolo eventuale e incendio doloso, in quanto non si era preoccupato delle misure tecniche di protezione dei lavoratori e prevenzione degli incendi.

Altri cinque dirigenti furono invece accusati di omicidio colposo e incendio colposo.

Nel 2008, a seguito di un risarcimento di circa 12.970.000 euro, i familiari delle sette vittime rinunciarono a costituirsi parte civile contro la ThyssenKrupp, firmando un accordo con l’azienda.

Nell’aprile 2011 la Corte d’assise di Torino pronunciò il primo verdetto contro gli imputati. L’amministratore delegato fu condannato a sedici anni e sei mesi i reclusione, gli altri a pene detentive più ridotte, dai tredici ai sei mesi.

Due anni dopo i reati vennero modificati dalla Corte d’assise d’appello, che sostituì il reato di omicidio volontario con quello più leggero di omicidio colposo, e di conseguenza anche le pene inflitte agli imputati furono ridotte.

Infine, nell’aprile 2014, la Corte di Cassazione ha confermato la gravità dei reati, stabilendo però di non aumentare ulteriormente le pene.

A partire da marzo 2008, lo stabilimento ThyssenKrupp di Torino ha chiuso i battenti, dopo un accordo con i sindacati e i ministeri del lavoro e dello Sviluppo economico.

Tag

  • antonio boccuzzi
  • incendio
  • lavoro
  • ThyssenKrupp
  • torino

Potrebbe interessarti: