Moda e Parodia: Non C’è Saint Laurent Senza Yves

yves saint laurent

Yves Saint Laurent è un’icona del mondo della moda, un marchio che sopravvive alle intemperie del tempo. Ciò non significa che non sia immune alle parodie e ai presunti casi di contraffazione: per spiegare il caso procediamo passo per passo…

La Casa di Moda di Yves Saint Laurent fu fondata dall’omonimo stilista e Pierre Bergè nel 1962. Yves Saint Laurent fu il primo a far sfilare le modelle di colore sulle passerelle di alta moda, fu il primo a rendere il mondo del fashion meno elitario dando vita alle collezioni di prêt-à-porter. Negli anni la produzione della casa di moda si è ampliata a tal punto da entrare a pieno diritto nel mondo della cosmesi con profumi e prodotti di bellezza di ogni genere. Negli anni ’80 viene elaborata una seconda linea di prêt-à-porter, “Variation”, che fa salire alle stelle gli introiti del marchio.

yves saint laurent
Yves Saint Laurent e modelle

Ma i tempi cambiano per tutti, soprattutto per i grandi colossi che mal si abituano ad un mercato che vuole sempre più pezzi, di minore qualità artigianale e di minor valore monetario. Per questo motivo, dato anche le continue critiche fatte ai suoi ultimi lavori, Yves Saint Laurent decide nel 2002 di lasciare la sua casa di moda. Il marchio continua a sopravvivere grazie al gruppo Gucci, che continua la commercializzazione. Le linee pret-a-porter vengono infatti ancora prodotte, sotto la direzione di Stefano Pilati, che ha preso il posto di Tom Ford nel 2004, e che ha impresso al marchio una impronta più vicina alla tradizione della moda francese. Nel 2012 a Pilati succede Hedi Slimane, che già aveva disegnato in passato per le collezioni maschili. Lo stilista francese, però, opta per una decisione drastica: cambia il nome della griffe in “Saint Laurent Paris” e impone un’impronta stilistica più rock che ricorda lo stile di Los Angeles, città in cui risiede.

Hedi Slimane e la nuova firma "Saint Laurent Paris"
Hedi Slimane e la nuova firma “Saint Laurent Paris”

Può uno stilista statunitense cambiare così tanto le sorti e i natali di un’icona del mondo della moda come Yves Saint Laurent? Ovviamente, molte produzioni delle più grandi griffe al mondo non hanno più i loro creatori iniziali, ma qualcuno si sognerebbe mai di cambiare così tanto la firma di un colosso tale?

Di certo, da una decisione del genere non si può uscire illesi. Per questo Jeanine Heller, già famosa per molte parodie a discapito dei più famosi stilisti dell’eliseo del fashion, lancia una linea di T-shirt chiamata “What About Yves?”. I prodotti sono contrassegnati dalla scritta su magliette molte semplici che tuona più o meno in questo modo “Non c’è Laurent senza Yves” (“Ain’t Laurent without Yves”).

Yves Saint Laurent
T-shirt “Ain’t Laurent without Yves”

La linea “What about Yves?” ha scatenato l’ira del direttore creativo Hedi Slimane , il quale afferma che le magliette prodotte rappresentavano una ”violazione del marchio, un indebolimento per il brand, una falsa denominazione d’origine, e un esempio di concorrenza sleale “.

Jeanine Heller, fondatrice di “What About Yves?”, ha provveduto a togliere le t-shirt dal suo sito web: i documenti del tribunale del Southern District di New York, rivelano che il caso è stato “volontariamente respinto il 12 gennaio”, ma che non c’è “nessuna parola sulla componente monetaria dell’accordo “.

Yves Saint Laurent

Per quanto l’accaduto possa indurre a pensare ad un caso di contraffazione o falsa denominazione, c’è da dire che fare il passo più lungo della gamba per un designer che ha sulle sue spalle un’icona come quella di Yves Saint Laurent significa anche perdere consensi ed essere oggetto di parodia (più o meno bonaria). Molti sono stati i compratori di questa linea di magliette, anche persone appartenenti allo star system, ciò vuol dire che una decisione sbagliata può innescare molte reazioni a catena. Difatti, siamo proprio sicuri che queste magliette siano state totalmente ritirate dal commercio?

Forse il più grande reato lo ha commesso Hedi Slimane: mai snaturare e “mancare di rispetto” a un marchio e alla sua storia. Come si suol dire: “Chi la fa l’aspetti!”

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