“L’ altrui misura”, l’intolleranza va in scena a Roma

l' altrui misura

“L’ altrui misura”, una spirale tragicomica sull’intolleranza andata in scena al Magazzino della Garbatella il 27 e 28 Febbraio.

Il pubblico ripone con cura su un tavolo il proprio odio, inciso su un foglio, abbracciato a mille altri che hanno deciso di dar voce alla propria ombra.
Senza neanche averne percezione, lo spettatore viene catapultato in un universo di intransigenza, accolto dall’energico attore Guido Del Vento, padrone di casa ironico dalle nostre sembianze e dalle parole di Lucilla Lupaioli ed Alessandro Di Marco.

Nella crociata dell’insofferenza, inscenata all’Area Magazzino di via Benzoni alla Garbatella il 27 ed il 28 febbraio, nulla appare lineare; dalle insicurezze di un uomo perduto e solo vengono alla luce i reietti che rovesciano la propria nausea su uditori scelti come protagonisti.
Così, mentre uno stanco paraplegico lascia i segni delle proprie due ruote sulla falsa compassione altrui, un omosessuale devia l’attenzione dal proprio abito elegante per far brillare l’inadeguatezza; nello stesso istante in cui una casalinga permette che il sole asciughi panni macchiati di rassegnazione, si ascolta, in lontananza, l’eco di un transgender dallo smalto rosso che sfoga la propria frustrazione.

l' altrui misura

Nessuno che riesca a condannarli.

Nessuno che si chieda cosa accada al male quando il bene si prepara a trucidare.

Nessuno, neanche la muta sagoma Tullia Di Nardo, colei che accompagna i vari personaggi in tutto il percorso iniziatico e discontinuo. La donna, messa a tacere e mai realmente vista, diventa lo sguardo pieno, lo specchio dentro cui l’attore si ammira ed osserva fiero il proprio vuoto; è l’altro in me.

Improvvisamente, appese davanti agli occhi di tutti, esplodono le frasi di avversione ed ira che ci appartengono; rubano realtà e consistenza, come tutto ciò che è triste, dopo averle declamate. Dai “non tollero” scritti, risulta evidente quanto sia umano insultare il barista se il nostro uomo ci tradisce, schiaffeggiare chi parcheggia in doppia fila quando la nostra vita pare un castello in rovina, cercare un nemico che non porti il nostro nome.
Gli applausi finali rivolti a “L’ altrui misura” vengono dedicati agli interpreti ed alle nuove consapevolezze conquistate.

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