Art United Us: l’esplosione della pace

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Contrasti di colori e perfette geometrie che si snodano dal basso fino a toccare il cielo: fenomenologia di una denuncia della guerra che prende il nome di Art United Us.

“I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle persone”: lo sapeva bene Pablo Picasso che nel 1937 realizzava il celebre dipinto Guernica per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’andamento della guerra civile spagnola; e lo sa ancor meglio l’artista siriano Tammam Azzam che un paio di anni fa realizzava “digitalmente” Il Bacio di Klimt sulle rovine del Syrian Museum ormai segnato dai bombardamenti, dichiarando poi che “l’arte serve a far mantenere la speranza per un futuro migliore e aiuterà a ricostruire la Siria, a farla vivere”. Così come ne sono consapevoli gli ideatori del progetto Art United Us.

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In fondo, il potere dell’arte, che ha in sé qualcosa di trascendentale e salvifico, non è proprio questo? Un’idea che parte dai moti dell’animo dell’artista per fissarsi in una forma che scuoterà centinaia, migliaia di persone; sensazioni, sentimenti e desideri di denuncia che si fondono sapientemente per poter dare all’opinione pubblica una possibilità di immedesimazione, di identificazione nella storia che di volta in volta si vuole raccontare, attraverso una sorta di “gioco delle parti”.

“La storia è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie”.

Questa è una storia fatta di speranze e di rabbia troppo a lungo soppressa, di polemiche, di illusioni e di una possibile rivalsa: è la storia di Iryna Kanishcheva e Geo Leros, i due ideatori e coordinatori dell’immenso progetto Art United Us; due personalità distinte che decidono di unire le proprie forze per combattere la guerra e la devastazione che porta con sé, con armi diverse dalle solite e decisamente non convenzionali: quelle della street art.

Secondo Iryna e Geo infatti “La propaganda all’aggressione, la guerra legata all’ informazione e al lavaggio del cervello mirano  a generare la tensione in tutto il mondo. Oggi, la lotta per la pace è ancora una volta urgente; vogliamo unire e dirigere le forze della creazione per risolvere questo problema globale. Esso è arrivato alla nostra porta di casa inaspettatamente e ci costa migliaia di vite.”

L’idea dell’iniziativa è presto detta: saranno 200 le pareti che verranno dipinte nei prossimi due anni (e già si è cominciato) a partire da Kiev, capitale dell’Ucraina, per estendersi a tutto il mondo, con l’obiettivo di iniziare una riflessione di ampio respiro su temi come la violenza e l’aggressività ; un grande progetto (se non il più grande sicuramente fino ad ora) di arte urbana che vuole richiamare a sé i migliori artisti di strada in circolazione e che ha tutto l’intento di coinvolgere più regioni colpite dalla guerra possibili.

“L’arte deve confortare il disturbato e disturbare il comodo.”

Che il paese prescelto sia la Siria, l’Iraq, l’Afghanistan o la Palestina non importa; ciò che diventa a questo punto fondamentale è la creazione di un racconto che sia parallelo e al contempo diametralmente opposto a quello costruito dai suoni dei palazzi distrutti e delle vite spezzate: un racconto di pace, di salvezza e di redenzione.

pastel art united

Si passa quindi da INO, artista greco che ha realizzato per Art United Us un’opera a Kiev dal titolo “Instability” (chiaro rimando alla situazione politica ed economica dell’Ucraina), raffigurante la leggerezza di una ballerina sinuosa nelle forme eleganti del tratto, ma turbata da un sapiente uso dei chiaroscuri oltre che dalla precarietà di un insolito equilibrio/squilibrio nella posa, fino ad arrivare al richiamo alla pittura ad olio come ispirazione di “Labyrinth” di Rustam Qbic, dove è la dispersione e la disgregazione dell’io a farla da padrone. E ancora al murale “Two Peasants” di Pastel, che con la sua personale raffigurazione di un mondo naturale traccia una linea simbolica che dal 2016 si lega indissolubilmente al movimento rivoluzionario “Machnovščina” del 1917.

Colore, forma, contrasto; l’instancabile partita a scacchi che la pace conduce contro la guerra sembra aver conquistato nuovi alleati pronti a diffondere una più attuale propaganda: l’arte salvi il mondo!

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