Tarantino e Joker: C’era una volta a… Gotham

Tarantino e Joker: C'era una volta a... Gotham

CONTIENE SPOILER!

Dalle spiagge alle sale. L’autunno 2019 è al cinema, insieme a Tarantino e Joker, due capolavori hollywoodiani.

La nona fatica di Quentin Tarantino

1969, Hollywood. Sullo sfondo dell’eccidio di Cielo Drive. Tarantino prende spunto dal suo mito Sergio Leone per dare il titolo alla sua nona, e forse penultima, fatica. Un film diverso da ciò che ci si aspetta, ma d’altronde il regista statunitense ci ha abituato a colpi di scena continui nella sua quasi trentennale carriera. Dal 18 settembre, quando il film è uscito nelle sale italiane, si è discusso tanto, troppo su “C’era una volta a Hollywood”. Pertanto, noi di Openmag vogliamo parlare dei piccoli dettagli della pellicola. Per certi versi è un Tarantino nuovo, più maturo, ma attento a conservare i suoi marchi di fabbrica. In primis, si deve elogiare una coppia inedita, Pitt-DiCaprio, che mai avevano lavorato assieme.

Brad controfigura di Leo. Un rapporto, il loro, di sincera amicizia, anche quando Rick Dalton (DiCaprio), deve scaricare il suo stuntman e “socio” Cliff Booth (Pitt): alla frase di Rick: “Sei un amico”, Cliff risponderà con un semplice ed umano: “Ci provo!” Un Cliff Booth, silente e leale amico, autista, controfigura della star Rick Dalton. Un personaggio che ha il compito di mantenere un flusso emotivo sempre equilibrato senza sbalzi che Brad Pitt riesce a controllare magistralmente.

https://www.amica.it/2019/03/22/brad-pitt-leonardo-dicaprio-poster-quentin-tarantino/

Al contrario, il balbuziente Rick Dalton, ex star western dei primi anni ’60, è vittima dei suoi sbalzi d’umore, anche per l’eccessivo abuso di alcol e la fase di declino della sua carriera. Allo stesso tempo è un protagonista sensibile, che piange quando l’attrice bambina gli rivela di aver girato al suo fianco la scena più bella della sua vita.

A quasi trent’anni dall’uscita di Le Iene (Reservoir Dogs), Quentin Tarantino un po’ di strada ne ha fatta. Tra svariati riconoscimenti e nove lungometraggi, viene naturale concepire un cambiamento nella mentalità del regista. Se in Kill Bill vedevamo l’interiorità meticolosa dei personaggi, in C’era una volta a Hollywood possiamo notare quanto Tarantino “voglia bene” ai suoi personaggi principali, dai sopracitati Rick Dalton e Cliff Booth, alla deuteragonista Sharon Tate (Margot Robbie), che con Tarantino sfuggirà alla Famiglia Manson, e, dulcis in fundo, un Al Pacino alias Marvin Schwarzs con il suo gesto della mitragliatrice, grande omaggio a Scarface.

Il nuovo Joker

Più che l’antagonista di Batman, il Joker di Todd Philips è un antieroe. Il nuovo Joker del 2019 si impone nel mondo del cinema come la pellicola che molto probabilmente segnerà un’intera generazione. Con chiari riferimenti a Taxi Driver, il Joker interpretato magistralmente da Joaquin Phoenix è un reietto dalla società. Questo film ti dà la forza di pensare a quanto la società possa arrivare a farti sentire solo. Non sapendo chi si ha di fronte, basta uno sguardo, una parola per far del male a qualcuno. Il film ti fa vivere questa sensazione, immedesimandoti nel protagonista.

Il protagonista Arthur Fleck, vive un disagio, dovuto in gran parte ai suoi disturbi mentali, che lo porteranno a diventare Joker alla fine della pellicola attraverso un climax ascendente di cambiamenti e nuove consapevolezze. Il tutto incorniciato dalla costante risata compulsiva: quella dolorosa risata che provoca non pochi problemi all’apprendista comico Arthur.

Foto: Immagine dal trailer del film “Joker” – Credits: Warner Bros.

La compassione per Arthur ti porta ad apprezzare la sua ribellione nei confronti dei bulletti di Wall Street. Dopodiché però rimani di ghiaccio quando con le forbici “fa giustizia”, a detta sua, verso il suo ex collega. E infine hai paura quando partecipa a modo suo allo show di Murray Franklin (Robert De Niro). I passaggi della sua trasformazione sono paralleli alla nostra reazione, ma vanno in direzioni opposte.

Quella di Todd Philips è una Gotham malvagia, grigia, che si intona con l’animo inquieto di Arthur e al tempo stesso si contrappone agli sgargianti abiti e al colorato trucco del Joker. La città di Batman è come se seguisse passo passo i cambiamenti di Fleck: da un ambiente avverso in grado di calpestare il protagonista, diviene santuario in cui Joker viene glorificato tra la fiamme divampanti. Proprio come dice Arthur: Pensavo che la mia vita fosse una tragedia, ma ora mi rendo conto che è una commedia.”

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