Gimago è un progetto che risponde a una, semplice, domanda: come si può aiutare gli altri e provare a fare la differenza nell’Italia di oggi?
Prendiamo l’idea di Alberto e Fabio. Uniamo un gruppo di venti giovani tra ragazzi e ragazze che vivono nel messinese. Mettiamo un buona dose di iniziativa e di voglia di fare. Condiamo con una forte sensibilità verso le tematiche ambientali e sociali. Et voilà, ecco come nasce Gimago! Non esiste la ricetta perfetta per un progetto ma sembra che i/le giovani in questione abbiano trovato la chiave per arrivare dritti/e al punto.
Un concept store per le famiglie
Per ricostruire il percorso di Gimago, parliamo con Cristina Puglisi Rossitto, Presidentessa di “Gli Invisibili Onlus”. L’associazione, in cui è nata e cresciuta questa iniziativa, nel 2017 apre Benefit, un concept store per le famiglie. Si tratta di un vero e proprio negozio di abbigliamento in cui le persone possono portare i propri abiti dismessi con la finalità di donarli alle famiglie economicamente fragili. Queste ultime possono recarsi in sede, decidere cosa serve loro e non sentire sulle proprie tasche anche il peso degli acquisti d’abbigliamento.
Le problematiche economiche che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni, soprattutto durante la pandemia, hanno portato Benefit a rischiare la chiusura. Cosa fare, quindi? Nasce qui l’idea di Gimago. Per salvaguardare questo spazio ormai punto di riferimento per le famiglie, alcuni giovani tra i 15 e i 19 anni hanno creato una campagna in cui i donatori di abiti possono anche acquistarne di altri per finanziare le spese di gestione dello store. In tal modo si va ad agire su due fronti: continuare a tenere aperto Benefit ma soprattutto portare l’attenzione sul consumo della moda.

I’m back: abiti che tornano in vita
Sensibilizzare sulla necessità di passare da una “fast” fashion a una “slow” fashion: questo l’obiettivo di Gimago. Per Fabio e Alberto, gli ideatori del progetto, non basta più infatti disfarsi di un abito dismesso. Lo spazio liberato da un capo non può ridursi solamente all’acquisto di uno nuovo prodotto in maniera insostenibile.
Promuovere il second hand diviene quindi fondamentale. Se pensiamo che in media ci sbarazziamo dei nostri capi dopo averli indossati non più di 10 volte, il riuso e riciclo sono un’ottima alternativa. Indossare un abito almeno il doppio delle volte, infatti, porta a ridurre le emissioni di gas serra del 44%!
Dobbiamo quindi invertire la rotta e Cristina sa che questo cambiamento non può essere che condotto dai/dalle giovani. In base alla sua esperienza, ha notato una maggiore facilità dei giovani rispetto agli adulti nello scegliere capi di seconda mano. Lì dove la fast fashion e la produzione di massa hanno “appiattito” i nostri gusti, il second hand può aiutarci ad esprimere noi stessi. Trovare quel capo unico che ci rappresenta è molto importante soprattutto nella costruzione della nostra identità. Se poi questa affermazione di noi stessi ci porta anche a prenderci cura del Pianeta, beh allora siamo sulla strada giusta!
Musia: nuove progettualità
Vedere tanti giovani adoperarsi verso gli altri e verso l’ambiente che li circonda, ha portato il team di “Gli Invisibili” a fare un passo in avanti.
Nei prossimi mesi il progetto pilota “Musia” prenderà piede nel messinese. Comunicare l’importanza di un approccio differente al consumo della moda sarà il fulcro di questa iniziativa che, come dice Cristina, è figlia del progetto Gimago. In essa confluiranno artigiani, artisti e scuole. Questo perché per “Gli Invisibili” il futuro è nei/nelle giovani e fornire loro delle conoscenze e una presa di coscienza delle alternative produttive potrà essere una grande opportunità per tutti e tutte in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale.
Musia vuole essere un progetto reale e replicabile. Recycling e upcycling di capi dismessi saranno i temi che si condivideranno nelle scuole. Per il momento non possiamo svelarvi altro ma non appena il progetto prenderà piede proveremo a raccontarvelo.
Nel mentre facciamo un grande in bocca al lupo all’associazione e a tutte le persone che contribuiscono ad alimentare solidarietà e condivisione, certi/e che questo è il momento giusto per invertire la rotta e fare la differenza.