Eleonora Riccio, eco-stilista e custode del bello

Eleonora Riccio

Moda, arte e botanica. Tre passioni che confluiscono nelle creazioni di Eleonora Riccio, eco-stilista e custode del bello.

Cosa si prova ad essere nominata”Custode del bello”? Lo chiediamo a Eleonora Riccio, eco-stilista che insieme alla Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, ha ricevuto questo riconoscimento da Italia Storytelling.

Passione, ricerca, sacrificio. Queste le parole che descrivono al meglio il percorso che Eleonora, stilista romana, ha portato avanti negli ultimi quattro anni e mezzo, ma che fondano le proprie radici nella storia di famiglia.

Come nasce una passione

Il suono della macchina da cucire. Con questo ricordo Eleonora ci descrive il suo sogno, coltivato fin da bambina seguendo le orme della madre, che è stata sarta per Emilio Schubert e Roberto Capucci. Il suono che ha segnato il suo futuro di creativa e appassionata di moda e che l’ha portata a girare il mondo per poter realizzare questa sua aspirazione.

Laureata all’Accademia di Costume e Moda di Roma con una tesi sui pigmenti naturali nella moda e nell’arte, Eleonora intraprende la sua strada nel mondo della moda. Prima come designer per Ferrè e Ferragamo, poi come creativa ad Istanbul, Roma e Londra. La gavetta è un percorso lungo e tortuoso e che spesso mostra anche il lato nascosto di tanta bellezza. Un settore che va veloce, quello della moda, e che spesso è disumano con i propri impiegati/e e con la natura. Conoscerlo attraverso le varie esperienze ha fatto sì che l’eco-stilista definisse più chiaramente la maniera in cui voleva coltivare la propria passione. Delle creazioni attente al dettaglio, alla qualità dei tessuti e all’importante ruolo delle proprie collaboratrici.

 

Tessuto tinto con avocado
Tessuto tinto con avocado

Imprenditoria femminile

Prima di partire per Londra, città che l’ha stimolata e forgiata dal punto di vista creativo e lavorativo, Eleonora aveva preso parte a un corso della Regione Lazio sull’imprenditoria femminile. Le domande con le quali si è confrontata, in quel contesto, sono state diverse. Ma, soprattutto, ha dovuto trovare risposta a due: cosa voglio per il mio futuro? In che modo voglio mettere in pratica le mie passioni? Il risultato è stato quello di definire passo dopo passo un business plan, delle priorità progettuali e un budget. Tutto ciò ha messo le basi di quello che diventerà un brand che si propone come un’alternativa alla produzione di massa e vede nelle tradizioni agricole passate il proprio punto di innovazione.

Ma per rendere un brand forte e sano, vi è bisogno di un entourage valido e che condivida la proprie passioni. Non è un caso che Eleonora si sia circondata di un team al femminile: ricamatrici, sarte, progettiste. Donne che con le proprie creazioni e progetti promuovono il bello giorno dopo giorno.

Ma non solo. In questo entourage femminile spicca una figura maschile, quella di Luca Ciaccia, artista e amico di Eleonora. Entrambi improntati alla ricerca dell’arte e del bello, il loro è infatti un legame lavorativo e di amicizia fondato sulla passione per l’arte e la ricerca di nuovi stimoli creativi.

Arte, moda e botanica, come vedremo, si fondono nelle creazioni di questo brand e riportano in vita tradizioni passate.

Credits: wonderyou.it

Isatis tinctoria: il Guado in passerella

Ciò che da sempre caratterizza i capi di Eleonora Riccio è l’utilizzo di tessuti in fibre naturali che vengono colorati con piante tintorie. La cipolla, il cavolo, la lavanda, le bacche: i loro pigmenti si imprimono nei tessuti e danno agli abiti un tocco di unicità che li caratterizza. Questi prodotti, spesso di scarto, provengono dai mercati rionali di Roma, rendendo ancor più sostenibile e a km 0 la propria produzione.

Per Eleonora la vera innovazione sta nel riscoprire e nel promuovere tradizioni antiche legate alla coltivazione e all’utilizzo di piante tintorie. Nasce così nel 2020, in piena pandemia, il progetto “Il Guado in passerella” sviluppato in collaborazione con la Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile e il Professor Alberto Lelli.

Il Guado in passerella
Credits: parchilazio.it

Arte e innovazione si fondono. Sì, perché il Guado, o Isatis Tinctoria, è la pianta dalla quale, già al tempo di Babilonesi e Romani, si estraeva il colore blu e diventata poi protagonista nelle opere di Piero della Francesca.

Il Guado è la pianta del divenire, come dice Eleonora. E’ una pianta a ciclo biennale, la sua crescita è un processo lento e delicato. Per questo, quando durante la primavera del 2021 Eleonora ha ricevuto le prime foto delle piantine che erano state seminate durante il lockdown è stata presa da un’emozione indescrivibile. Vedere la rinascita partendo dal Guado.

La collezione, che utilizza il tessuto tinto con la Isatis Tinctoria, è anch’essa in divenire. Al momento sono stati creati 50 metri di tessuto che iniziano a prendere forma in spettacolari abiti, come quello indossato dall’attrice Miriam Galanti al Festival del Cinema di Roma.

Miriam Galanti al Festival del Cinema di Roma. Collage di: Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile

Promuovere una moda che sia in simbiosi con la natura e che ne metta in risalto la bellezza, è questo dunque l’obiettivo di Eleonora.

Nel prossimo futuro vorrebbe dar vita alla sua produzione di piante tintorie e continuare nel suo lavoro di ricerca. Nel frattempo, noi non vediamo l’ora di poter vedere l’evoluzione di questa collezione e le auguriamo di poter realizzare i suoi progetti.

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