4 pillole per prenderti cura del tuo armadio e dell’ambiente!

4 pillole per prenderti cura del tuo armadio e dell'ambiente!

4 pillole per essere più eco-responsabile e sostenibile: prenditi cura dell’armadio e dell’ambiente in poche sempici mosse!

La primavera è finalmente arrivata! Le belle giornate di sole e le prime occasioni per stare all’aria aperta ci portano a fare un repentino cambio di stagione e a desiderare di rinnovare il nostro armadio!

Camicie, t-shirt, gonne. Vogliamo darvi delle pillole per prenderci cura dei capi che si aggiungeranno ai nostri outfit, preservando al tempo stesso la natura!

1) Laviamo i nuovi capi prima di utilizzarli!

Quando acquistiamo un nuovo prodotto la voglia di indossarlo ci porta spesso a dimenticare un passaggio fondamentale: il lavaggio. Eh sì! Lavare un capo appena acquistato evita che sostanze tossiche utilizzate nella produzione di fast fashion, come l’etossilato di nonilfenolo e la formaldeide, entrino a diretto contatto con la nostra pelle. Inoltre, i coloranti utilizzati, spesso rimangono in eccesso sui nuovi prodotti. Attraverso un primo lavaggio a mano, il colore si scaricherà e vedrete l’acqua tingersi. Questo passaggio servirà anche a preservarci da eventuali dermatiti da contatto che possono scatenarsi proprio a causa di queste sostanze!

2) Leggi attentamente l’etichetta!

Quante volte davanti a un nuovo capo ci siamo chiesti/e “e adesso come lo lavo?”. Niente panico! L’etichetta presente nella parte interna del capo è molto chiara a riguardo, basta saperla leggere! Su di essa troveremo non solo le indicazioni su come procedere al lavaggio ma anche la composizione del capo, utile a sapere quali materiali la compongono.

Simboli del lavaggio dei tessuti
Credits: www.ideegreen.it

3) Scelta dei tessuti

Spesso, quando usciamo a fare shopping con le nostre mamme e nonne, capita che ci chiedano di vedere di che tipo di materiale è composto quel capo. Questo perché in passato la maggior parte dei capi era costituita da fibre naturali come cotone, lino e iuta. A queste, soprattutto con l’avvento della fast fashion, si sono andate ad aggiungere fibre sintetiche che provengono da materiali derivanti dal petrolio.

La scelta del tessuto non è più strettamente collegata a un discorso di sostenibilità. Sappiamo infatti che purtroppo anche il cotone non certificato porta a uno spropositato inquinamento dato dall’utilizzo di glifosato. La nostra propensione per un materiale o l’altro deve piuttosto derivare dalla stagione e dall’utilizzo che si vuole fare di quel capo. Per la stagione attuale, in cui il caldo inizia a farsi sentire, optare per fibre naturali e quindi più traspiranti, può aiutare la nostra pelle a respirare con più facilità rispetto a prodotti in fibre sintetiche, venduti a poco prezzo.

Inoltre, i capi in poliestere rilasciano durante ogni lavaggio delle microplastiche che vanno a finire nei nostri mari attraverso i tubi di scarico! Una soluzione a questo impatto può essere la GuppyFriend, una sacca in cui inserire i panni prima di inserirli nella lavatrice. Al termine del ciclo, probabilmente troverai dei sassolini colorati che potrai smaltire nell’indifferenziata!

Coltivazione del cotone
Coltivazione del cotone

4) Fai durare di più i tuoi capi, prenditene cura!

Abbiamo capito che seguire le indicazioni presenti sull’etichetta porta a preservare i nostri capi. La cura dei nostri abiti, anche per quelli di una qualità inferiore, è il passo più importante per far sì che durino nel tempo.

Ma quante volte è necessario lavare ed igienizzare gli abiti? Per quanto riguarda i jeans, la risposta è il meno possibile! No, non vogliamo che i vostri capi emanino cattivi odori, ma sicuramente il denim è uno di quei tessuti che si sporca con più difficoltà e che se presenta una percentuale di elastane va a “sformarsi” più facilmente! Per gli indumenti intimi, invece, si raccomanda il lavaggio a 60° dopo ogni utilizzo per igienizzarli correttamente.

Per gli haters del ferro da stiro, invece, arrivano buone notizie! Negli ultimi tempi si sta portando avanti un boicottaggio del ferro da stiro, che non solo provoca malumore in chi deve occuparsi di stirare ma va a gravare anche sull’ambiente in termini di consumi elettrici. Per appendere il ferro da stiro al chiodo, sarà fondamentale ridurre i giri della centrifuga (max. 800) e stendere i capi durante le ore notturne per evitare che il sole asciughi troppo velocemente le fibre e le raggrinzisca.

Per chi proprio non può farne a meno, soprattutto per quanto riguarda le camicie, un tentativo alternativo può essere quello di sistemare su una gruccia il capo nel bagno mentre ci facciamo la doccia. Il vapore porterebbe quindi a distendere le pieghe e rendere il capo dritto, provare per credere!

Prenderci cura dei nostri capi è il primo passo per rendere il nostro armadio più sostenibile ed eco-responsabile!

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