Estate, tempo di viaggi e quest’anno anche di Europei! La Germania per Euro 2024 si pone un obiettivo ambizioso: l’europeo più sostenibile della storia. Fra una partita e l’altra, fra un viaggio in montagna e uno al mare, vediamo come se la sta cavando.
Euro 2024: poca voglia di viaggi green
Partiamo dall’inizio, o forse è meglio dire da 4 anni fa? In realtà, sono trascorsi “solo” 3 anni da Euro 2020, disputato nel 2021 a causa del Covid. Quell’europeo era molto particolare, era infatti il primo itinerante.
I precedenti
La formula nell’europeo appena citato era voluta per celebrare i 60 anni della UEFA, per cui erano state scelte sedi in tutta Europa. Per questo alcune nazionali, come la nostra, hanno giocato diverse partite a Roma, ovvero in casa, spostandosi solo per semifinale e finale, giocatesi tutte a Wembley.
Altre squadre però, non avendo una città ospitante, hanno compiuto innumerevoli spostamenti, soprattutto in aereo, causando così non poco inquinamento. Per questo si è deciso di non replicare più questo tipo di formula.
Ma, andando a indagare, all’Europeo di Francia 2016, non era andata meglio. E quello si giocava solo su suolo francese! Allora il 75% delle nazionali partecipanti utilizzò l’aereo per i propri viaggi.
Germania: sempre un passo avanti (sulla carta)
Così la UEFA, la federcalcio tedesca e il governo tedesco, non appena avuta la certezza di ospitare Euro 2024, si pongono un obiettivo ambizioso: fare l’europeo più sostenibile della storia!
Partendo dai dettami delle Nazioni Unite, si propongono di seguirle, riducendo l’impronta di carbonio dell’evento. Quest’impronta corrisponde a quanto inquiniamo in base alle nostre azioni e vale anche per le singole persone.
Prima di tutto, come spiegato da Michele Uva – responsabile UEFA sostenibilità – verranno calcolate le emissioni irreversibili. Ovvero quelle azioni o materiali che pur mettendosi d’impegno non potrebbero eliminare.
Così la federcalcio tedesca decide di sovratassarsi: per ogni emissione irreversibile verserà una quota da reinvestire nel proprio movimento calcistico amatoriale e giovanile. Insomma, un qualcosa di cui non beneficia nessuno, viene riconvertito in modo da aiutare le fasce più svantaggiate a livello economico.
Anche all’interno degli stadi viene utilizzata la regola delle 4 R: riduci, riusa, ricicla e recupera. Insomma, solo materiali sostenibili e oggetti, come i bicchieri, che oltre a non poter in questo modo essere lanciati addosso ai giocatori (comportamento insostenibile in ogni caso), possono divenire simpatici souvenir e quindi essere anche riutilizzati, volendo.
Ecologia e viaggi all’interno del torneo
La parte che a noi interessa di più però è quella relativa ai viaggi, cioè agli spostamenti dei vari team in giro per la Germania. Quello che era stato insomma il tallone d’Achille degli europei precedenti.
Una volta decise le città ospitanti, gli organizzatori hanno preso in mano una cartina della Germania ed hanno simulato come e dove avrebbero giocato le eventuali partecipanti.
La Germania viene quindi divisa in tre cluster, o per meglio dire, tre settori: “Nord/Nordest” (Berlino, Amburgo, Lipsia), “Ovest” (Dortmund, Düsseldorf, Francoforte, Gelsenkirchen, Colonia) e “Sud” (Francoforte, Monaco, Stoccarda).
Per esempio, la sede del ritiro dell’Italia era a Iselhorn, molto vicina al raggruppamento Ovest. Ci siamo spostati a Lipsia per giocare contro la Croazia e poi a Berlino contro la Svizzera, utilizzando sempre l’autobus.
Le Nazionali erano in realtà incentivate ad utilizzare i treni per ridurre la famosa impronta di carbonio. Ma il risvolto della medaglia è triste, anzi tristissimo.
Vincitori e Vinti di questa (importante) sfida
Ad europeo quasi finito, si appura che l’unica nazionale ad aver utilizzato il treno è quella Svizzera. Tutte le altre hanno preferito l’autobus, meno inquinante dell’aereo, ma comunque inquinante.
La vincitrice di questo triste primato è la Francia, che ha quasi sempre usato l’aereo per muoversi. Distanza scandalo? 124 km fra Paderborn e Dusseldorf per l’ottavo di finale contro il Belgio, per soli 20 minuti di volo!
In attesa di sapere se la Germania abbia raggiunto o quantomeno sfiorato il suo ambizioso obiettivo, per adesso possiamo dire che dal punto di vista organizzativo ha fatto il massimo.
Infatti le squadre sono state lasciate libere di scegliere e, come la Francia, hanno preferito “viaggiare comode” piuttosto che fare un favore al pianeta, per una volta.
Molti di questi calciatori infatti, utilizzano jet privati anche quando viaggiano da soli, per piacere o per dovere, in barba alla sostenibilità. Per esempio Phil Foden, inglese, è andato e tornato dall’Inghilterra in due giorni per assistere alla nascita della sua terza figlia.
Ma se il buon Foden aveva un motivo serio per prendere il jet privato, molti altri lo prendono per molto meno.
Che dire, la UEFA e la Germania ci hanno provato a fare un piccolo passo, ma evidentemente in molti non sono ancora pronti o peggio, non vogliono sacrificare il loro comodo viaggio oggi, per avere un mondo migliore domani.