L’Ucraina “socchiude” la porta all’Unione Europea con il benestare di Putin

Ai confini orientali dell’ Europa, vista dal punto di vista geografico, c’è un Paese che a quasi 10 anni dalla “rivoluzione arancione” continua a mostrare le proprie divisioni interne. Stiamo parlando dell’Ucraina, una nazione di 45 milioni di abitanti, che per fini geopolitici ha attratto ininterrottamente gli interessi di Mosca.

C’è da dire però che il legame storico che lega i due Paesi non sempre ha trovato l’approvazione della totale popolazione ucraina, divisa in filoeuropea ad ovest e filorussa per legami culturali ad est.

 Dal 21 novembre Kiev è teatro di numerose proteste. Il governo Ucraino tramite un decreto ha deciso di congelare l’Accordo di associazione tra l’Unione europea (Ue) e l’Ucraina ad una settimana dal vertice di Vilnius che avrebbe previsto la firma dell’Accordo, passo necessario verso la strada all’ammissione europea. Questo avrebbe comportando una cooperazione tra le due Parti, una zona di libero scambio tra i mercati europei ed ucraini e dei  prestiti alle banche del Paese.

Cosa ha causato l’improvviso ripensamento? Il “The Guardian” parla di un tug-of-war (tiro alla fune) vinto da Putin. La Russia e  l’Ue si contendono il destino del Paese e momentaneamente sembra che il Cremlino abbia la meglio. Yanukovic, il presidente della Repubblica, ha dovuto prendere in considerazione non pochi elementi prima del suo dietrofront. Il Paese importa circa il 60% del gas dalla Russia, ha un debito di più di 1 miliardo di dollari nei confronti di Gazprom, ha la possibilità di una riduzione delle tariffe sul gas nel caso aderisca al progetto di Putin di legare Russia, Bierlorussia, Kazakistan ed Ucraina in un’unica unione doganale, avrebbe la disponibilità di Mosca nell’acquisto dei titoli di Stato ucraini e  vari prestiti dalle banche russe. Infine, intraprendere un percorso europeo significherebbe andare incontro alle richieste di Bruxelles riguardanti la condanna del leader dell’opposizione Tymoshenko per abuso d’ufficio. Yanukovic ha in ogni caso cercato un incontro a tre, Unione europea, Ucraina e Russia, ma Bruxelles giudicando bilaterale il rapporto con Kiev ha rifiutato l’offerta pur mantenendole una porta aperta ad una ripresa dei rapporti.

 Per una parte degli ucraini, quindi, i vantaggi che potrebbero derivare da una ancora più stretta alleanza con la Russia non giustificano quella che, a loro giudizio, è stata un’occasione mancata. Il loro desiderio è di sentirsi europei anche sotto un cappello politico, interrompendo il lunghissimo legame con Mosca ed istaurandone uno nuovo con Bruxelles. Ciò che avviene in Ucraina rappresenta sicuramente una controtendenza rispetto alle critiche mosse dall’interno dei Paesi europei nei confronti dell’Ue sfociate in alcuni casi in movimenti antieuropeisti, ma potrebbe essere spiegata dalla volontà di tanti ucraini che il Paese si assuma l’obbligo di adeguarsi agli standard europei, sia politici che economici.

Intanto, secondo le fonti, gli scontri che si stanno svolgendo a Kiev tra i cittadini filoeuropei e le forze dell’ordine hanno portato a più di 30 arresti e decine di feriti.

A cura di Luigi Iannotti.

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