Matteo Renzi lo aveva promesso: Web Tax abrogata

L’allora Segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, oggi Presidente del Consiglio, era contrario, ma il PD e l’on. Francesco Boccia agirono nel senso opposto. La materia del contendere? La già “Web Tax”, poi rinominata “Spot Tax”, che venne introdotta nella legge finanziaria del 2013, precisamente al comma 33 della Legge 27 dicembre 2013, n. 147.

La stampa, le aziende, i grandi opinion leader, si scatenarono intorno al caos nel quale lo Stato avrebbe obbligato le imprese straniere che vendono ai clienti italiani prodotti o servizi a munirsi di partita iva italiana. Difatti la legge prevedeva che l’acquisto online di servizi per “spazi pubblicitari .. e link sponsorizzati .. visualizzabili sul territorio italiano durante la visita di un sito o la fruizione di un servizio online attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili” sarebbe avvenuto solamente da fornitori con partita iva italiana. Ovvero i clienti, in generale imprese italiane, saranno obbligate a richiedere una fattura con iva, cosa che ad oggi nella maggior parte dei casi non accade, dato che i “big player” come Google, Facebook, Twitter e LinkedIn si guardano bene nell’avere una stabile organizzazione in Italia.

Sulla controversa norma si espresse anche Emer Traynor, portavoce del commissario europeo per la fiscalità e l’unione doganale Algirdas Šemeta, osservando che la web tax “sembrerebbe contraria alle libertà fondamentali e i principi di non-discriminazione stabiliti dai trattati”. L’Italia ha agito in modo contrario a qualsiasi politica progressista verso la promozione di una cultura digitale, nuovo motore per un’Italia in piena crisi economica, fanalino di coda come Paese tra i più arretrati in tema di digitale in Europa. Secondo Eurostat il 34% degli italiani non ha mai navigato su Internet.

Già a Dicembre ci domandavamo cosa sarebbe accaduto da Gennaio 2014, e tra gli scenari ipotizzati, tra cui che l’Europa riuscisse a intervenire in tempi rapidi per bloccare questa norma assurda, tutto ci saremmo aspettati fuorchè Matteo Renzi diventasse Presidente del Consiglio.

Oggi 6 Marzo 2014 entra in vigore il Decreto Legge n. 16, al cui articolo 2, comma 1, lettera a), recita:

1. All’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147 sono appartate le seguenti modificazioni:

a) il comma 33 e’ abrogato;

Questo cosa significa? Che la web tax è stata abrogata, e che di sicuro l’Italia si è salvata dalla delegittimazione politica difronte all’Europa e al mondo. 

Speriamo non sia il primo, e ultimo, atto politico e di indirizzo verso una rivoluzione digitale che l’Italia attenda da anni.

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