Orgoglio e (non) pregiudizio: scatti dal Gay Pride 2014

ROMA, 7 giugno – “Mi scusi, cos’è questo? E’ il Gay Pride. Gay Pride che vuol dire? E’ una manifestazione…, una manifestazione dell’orgoglio omosessuale. Ah ok. Grazie”. Chi chiede informazioni in inglese è un turista iraniano (lo rivela lui stesso). Chi risponde una ragazza italiana.

Mentre parla, l’uomo tiene stretta la mano di sua figlia, una bambina con due grossi occhi neri, che si muovono a destra e sinistra seguendo il botta e risposta della conversazione. C’è anche la moglie. Indossa dei grandi occhiali da sole a specchio, ha le labbra imbevute di lucidalabbra rosa e i capelli sistemati. Lei si limita ad ascoltare.

La coppia, palesemente spaesata, volge lo sguardo verso Santa Maria Maggiore, quasi a voler indicare che tutto si sta svolgendo davanti a un luogo sacro. I conti non tornano
. (Roma=Papa). Intanto sfila una giovane donna nuda accanto a loro. Ha il posteriore coperto solo da una sorta di perizoma in cui spicca un pon pon bianco, che ricorda quello con cui si stende la cipria in polvere.

I due si guardano, scoppiano in un’elegante e rispettosa risata, poi riprendono a camminare attraversando le fila del corteo, così come fanno molti altri “estranei”, che si ritrovano coinvolti casualmente nell’evento. Nessun gesto d’indignazione, al massimo un po’ di stupore.

In questi ultimi mesi, Roma è stata per molti solo la città di Papa Francesco, quella che molti turisti sono convinti di trovarsi davanti una volta sbarcati a Termini da Fiumicino. Sabato sotto la statua di Karol Wojtyła a P.zza dei Cinquecento c’erano invece due donne che si baciavano. La città ha svelato al pubblico le sue contraddizioni, ricordando al mondo che Roma non è solo sacra, ma anche profana.

E’ troppo facile liquidare il Gay Pride come manifestazione dell’estremo, etichettando chiunque vi partecipa quale pervertito, vizioso, sadico, immorale. Che posto hanno in tale sintesi quelli che erano lì presenti, perfettamente vestiti, al solo scopo di supportare la propria causa? Come spiegare che nel corteo c’erano anche madri, padri e anziani che in un modo o nell’altro ci tenevano a far presente il loro sostegno alla marcia dell’orgoglio gay?

Il Gay Pride è uno di quegli eventi che non mette mai d’accordo tutti, ma ciò non deve stupire: nella sua critica o viceversa promozione, rivivono i contrasti di una società che non ha ancora trovato un punto d’incontro su un argomento così vivo come quello dei diritti degli omosessuali. Per quanto tempo ancora si continuerà ad arginare il problema? Il fiume è in piena. “Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender attendono delle risposte. Sarebbe il caso di dargliele”, dice uno dei manifestanti. Difficile ritenere che abbia torto.

A cura di Silvia Di Pasquale.

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