La morte di Loris Stival in 10 punti

loris tival

La mattina del 29 novembre scompariva il piccolo Andrea Loris Stival in provincia di Ragusa. Il corpo senza vita viene ritrovato nel pomeriggio

Protagonisti e luoghi della vicenda

  1. Andrea Loris Stival: 8 anni, frequentava la terza elementare all’istituto “Falcone e Borsellino” di Santa Croce Camerina nel ragusano. Il bambino scompare la mattina di sabato 29 novembre per poi essere ritrovato cadavere nel pomeriggio dello stesso giorno. La morte, secondo l’autopsia, è avvenuta per strangolamento con una fascetta di plastica. Il corpo, abbandonato  tra Santa Croce Camerina e Punta Braccetto, all’interno di un canalone profondo circa 3 metri, presenta piccole ferite alla testa e ai polsi, è completamente vestito, indossa il grembiule della scuola, ma ha i pantaloni slacciati e non ha gli slip.
  2. Santa Croce Camerina: Comune in provincia di Ragusa con poco più di 10mila anime. Qui, in via Garibaldi 82, in una palazzina di tre piani, vive la famiglia Stival, a distanza di circa un chilometro dalla scuola frequentata da Loris. Il paese non è mai stato teatro di episodi così gravi, e la morte del bambino ha sconvolto la comunità.
  3. Veronica Panarello: la mamma di Loris Stival. Ha 25 anni ed è sposata con Davide, autotrasportatore che il giorno della morte del bambino si trovava fuori dalla Sicilia. La donna ha raccontato agli inquirenti diverse versioni, contrastanti, sui suoi spostamenti lo scorso 29 novembre. Non indagata, è già stata sentita due volte in Questura a Ragusa, ed una terza volta vi è tornata dopo aver effettuato con gli uomini della Scientifica la ricostruzione dei suoi spostamenti la mattina della morte del figlio.
  4. Orazio Fidone: 65enne ex impiegato dell’Enel con la passione per la caccia. E’ l’uomo che il pomeriggio di sabato 29 novembre ha trovato il cadavere di Loris Stival. Unico iscritto, “come atto dovuto”, nel registro degli indagati con l’accusa di sequestro di persona e omicidio volontario, gli inquirenti lo hanno interrogato in Questura e gli hanno sequestrato l’auto per potere effettuare rilievi scientifici. Su di lui l’interrogativo del come mai sia andato a cercare a colpo sicuro il bambino al Vecchio Mulino, che dista circa 2,5 km da Santa Croce Camerina, in una zona di non semplice accesso. Fidone ha l’alibi di essere stato al mercato del sabato di Vittoria, venendo ripreso dalle telecamere del paese, nelle ore in cui verosimilmente veniva ucciso Loris.
  5. Carmelo Petralia: il procuratore capo di Ragusa, insieme al sostituto Marco Rota ha aperto il fascicolo sull’omicidio di Loris Stival. Nel corso di un incontro con la stampa, parlando del grande effetto mediatico che ha avuto la tragedia, ha invitato i cronisti a evitare eccessive “propalazioni di notizie non rispondenti all’esatto tenore delle indagini che ne potrebbero inquinare il sereno e asettico svolgimento”.
  6. Il vecchio mulino: è il luogo dove intorno alle 16,30 di sabato 29 novembre è stato ritrovato il corpo di Loris. L’area è a circa 2,5 km da Santa Croce Camerina, in una zona che spesso viene trasformata in discarica. Il proprietario della struttura più vicina al luogo, Peppino Caggia, è un ex carabiniere in pensione che ha raccontato di non aver visto, e comunque non ricordare di aver visto, nessuno in zona la mattina del delitto. Secondo Caggia, il bambino potrebbe essere stato ucciso da un’altra parte e in un secondo momento portato al vecchio mulino.
  7. Le fascette di plastica: sarebbe questa l’arma del delitto. Dagli esami autoptici risulta che Loris Stival sia stato strangolato con una fascetta di plastica. Un oggetto d’uso estremamente comune soprattutto nel territorio di Santa Croce Camerina, circondata da centinaia di serre. Il mistero nasce dal fatto che dopo l’omicidio, alle maestre di Loris andate a casa per una visita di condoglianze, Veronica Panarello ha consegnato proprio una confezione di fascette di plastica, dicendo che erano di suo figlio e gli sarebbero servite per degli esperimenti a scuola. Sia le maestre che la preside della “Falcone e Borsellino”, però, smentiscono categoricamente che i bambini possano avere usato questo materiale.
  8. Le videocamere sorveglianza: da esse sono arrivate fino ad ora le smentite alle versioni di Veronica Panarello. Sono decine le telecamere, pubbliche e private, che la mattina del 29 novembre hanno ripreso gli spostamenti della donna. La vedono uscire da casa alle 8.32 insieme ai due figli, e riprendono un minuto dopo una figura, forse Loris, rientrare nel portone. Fra le 8,33 e le 8,49 seguono il tragitto della Polo nera attraverso le strade del paese, passando dalla ludoteca dove Veronica Panarello lascia il figlio più piccolo. Quindi la inquadrano rientrare a casa, per restarci 36 minuti, e poi riuscire alle 9,25 per andare a Donnafugata per seguire un corso di cucina. Due minuti dopo, la Polo è inquadrata dalla videocamera di un distributore di benzina che la riprende dirigersi verso la strada che porta al vecchio mulino, in direzione apparentemente contraria a Donnafugata.
  9. Donnafugata: contrada a circa 5 km da Santa Croce Camerina, qui Veronica Panarello ha seguito un corso di cucina la mattina della morte di Loris. Per raggiungere la tenuta dalla casa di via Garibaldi, con un’andatura normale si impiegano tra i 15 e i 20 minuti. Veronica Panarello, uscita alle 9,25, vi arriva però alle 9,55 (venendo inquadrata in questo lasso di tempo alle 9,27 dalla videocamera del distributore vicino al vecchio mulino), creando dunque un “buco” di circa 15 minuti nei suoi spostamenti. Quando arriva al corso, la donna si giustifica “scusate il ritardo. Ho avuto dei problemi”. Una giustificazione che per inquirenti non le viene richiesta.
  10. La scuola: l’istituto “Falcone e Borsellino” di piazza Carducci a Santa Croce Camerina era la scuola frequentata da Loris Stival. Il bambino andava in terza elementare, e secondo quanto riferito dalle maestre non avrebbe mai mostrato particolari disagi nel rapporto con i compagni, sebbene la madre Veronica Panarello abbia riferito come suo figlio venisse preso in giro in classe, rimediando solo due assenze da inizio anno. La donna dice di aver lasciato il figlio, prima a poche decine di metri dall’ingresso, poi a circa 500 metri dal portone del plesso scolastico. Le videocamere, anche in questo caso, hanno smentito la ricostruzione della mamma di Loris. In nessuna inquadratura, infatti, si mostra l’auto della donna nei pressi dell’edificio.

(fonte askanews)

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