Be my eyes, aiutare le persone a vedere

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“Help people to see” è la sfida di Be My Eyes, un’app che ha l’intento di semplificare la vita ai non vedenti e accompagnarli nei piccoli gesti quotidiani

Nel mare magnum della tecnologia per smarthphone e tablet spesso si possono trovare delle app che rendono la vita più facile. Sembra incredibile da credere ma è così.

L’idea è venuta a un gruppo di danesi, guidati da Hans Jørgen Wiberg, che hanno pensato di creare reti di solidarietà tra ciechi e persone che, come volontari, potessero “prestar” loro i propri occhi per fargli vedere il mondo e poter affrontare le difficoltà di ogni giorno. Controllare la scadenza di un prodotto, orientarsi in un ambiente sconosciuto, ritrovare un oggetto perduto per casa: questi sono solo pochi esempi delle situazioni più comuni in cui Be My Eyes può venire in soccorso di chi ne ha bisogno.

L’app, per ora disponibile per Iphone e Ipad (gli sviluppatori stanno lavorando affinché possa sbarcare anche su Android nei prossimi mesi), funziona in modo semplicissimo: una volta scaricata l’app e selezionata la lingua desiderata, si può stabilire una connessione audio – video con uno dei volontari disponibili in quel momento. Con un semplice click, quindi, il cieco potrà porre domande, attraverso la sua fotocamera, al volontario. Quest’ultimo, a sua volta, vedrà dove si trova la persona non vedente e cosa sta facendo, e potrà aiutarla come se le due persone fossero insieme, dando indicazioni, istruzioni, dicendo dove spostarsi e così via.

Questo tipo di tecnologia è destinata a crescere e nei prossimi anni, se non mesi. L’intento è quello di espandere la community di volontari disponibili per poter aiutare il maggior numero di persone possibile in tutto il mondo.

«L’idea mi è venuta nella mia attività di aiuto ai non vedenti in giro per la mia città – ha spiegato Hans Jørgen Wiberg – durante la quale spesso mi chiedevano di cucinare. La lampadina si è accesa quando più persone mi hanno detto: certo, se potessi avere gli occhi di una persona sana anche per soli cinque minuti al giorno, la mia vita cambierebbe enormemente» e così è stato. Più di centosettanta mila volontari registrati per oltre trenta lingue e sessantadue mila persone aiutate, una rivoluzione dai risultati sorprendenti nonostante i pochi mesi di vita dell’app. Secondo Thelle Kristensen, all’interno del team di produzione di Be My Eyes,  il successo dell’applicazione è spiegabile nel fatto che le persone vogliono attuare dei cambiamenti positivi nel mondo e Be My Eyes ha facilitato anche questo processo. Ogni persona può aiutare un’altra in difficoltà direttamente da casa propria, un dettaglio non trascurabile probabilmente per alcuni.

A cura di Giusy Mercadante.

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