Furchiwine: viaggio all’interno dell’imprenditoria giovanile

Furchiwine: viaggio all’interno dell’imprenditoria giovanile

Questo mese, attraverso un’intervista, faremo un viaggio nel mondo dell’imprenditoria giovanile. Un modo nuovo di fare impresa, visto proprio attraverso gli occhi di chi se ne occupa. Vi racconteremo Furchiwine: il lavoro, le speranze e le visioni di questa categoria.

Agosto è il mese in cui molti di noi sono in vacanza. Chi più, chi meno, parte in cerca di nuove esperienze che la nostra bella Italia ha da offrire. E allora vogliamo portarvi da chi queste esperienze le offre e mostrarvi l’altra faccia della medaglia.

La storia

Ci troviamo a Tropea, fresca vincitrice dell’edizione 2021 de “Il Borgo dei Borghi”, concorso promosso dalla trasmissione Kilimangiaro e dalla Rai stessa. Già da tempo questa cittadina arroccata sul mare era conosciuta per la bellezza dei luoghi, la limpidezza delle sue acque e la famosissima Cipolla Rossa. Oggi abbiamo conosciuto anche la storia di un giovane imprenditore tropeano, Marco Furchì, e abbiamo deciso di raccontarvela.

Marco ha 26 anni, è studente di Ingegneria presso l’Università della Calabria e a questo affianca una passione per l’agricoltura. Questa passione è familiare, a Marco è stata trasmessa da suo padre e lui è riuscito da qualche anno a trasformarla in qualcosa in più. Marco ha infatti avviato un’attività: la Furchiwine, in cui unisce la sua passione per l’agricoltura a quella per il turismo.

Mi interessavo al settore del turismo già dai tempi del liceo” ci racconta. “Poi, anche attraverso amici all’università, sono entrato in contatto con il mondo dell’enologia”. Marco infatti, ha iniziato quasi per gioco, seguendo un corso di assaggiatori di vino con gli amici. “Ci andavo alla fine delle lezioni, un hobby come un altro. Così ho conosciuto diverse realtà vinicole del cosentino”.

Ecco allora che Marco si rende conto che ciò che fa con suo padre in campagna, delle tante persone che lui, che lo fa per lavoro, conosce attraverso questo circuito. Comincia così a chiedersi “Ma posso farlo anch’io?”. Inizia quindi l’iter per aprire questa azienda agricola. “All’inizio e vedendo la situazione dall’esterno, sembra sempre che ci siano ostacoli insormontabili per iniziare, ma il trucco è quello di non darsi mai per vinti”, ci dice Marco. Per un giovane imprenditore infatti, non sempre è facile dare il via ad un’attività, viste e leggi stringenti e la burocrazia.

Furchiwine. Come fare di necessità virtù

Siamo verso la fine del 2019 quando Marco dà il via al progetto Furchiwine, che prevede una piccola produzione vinicola, produzione di agli e, ovviamente, di cipolle. Marco ha grandi progetti per il futuro ma la pandemia arriva a gamba tesa sulla sua attività, come su tante altre. Chiaramente il lavoro in vigna non si è mai fermato, ma la parte turistica potrebbe subire qualche contraccolpo.

Marco infatti, vivendo in una terra in cui il turismo è fattore trainante, ha scelto di fondere la parte produttivo-agricola con quella del cosiddetto turismo esperienziale. Tutto parte proprio durante la pandemia, in effetti.

Ho iniziato per caso a fare queste dirette in vigna, al tramonto, ed ho notato che avevo anche un bel seguito”. Così nasce uno dei marchi di fabbrica di Furchiwine, ovvero proprio il “Tramonto in vigna”. “Anche in un periodo abbastanza brutto come quello della pandemia, sono riuscito a creare qualcosa di bello!

Attraverso la vendita dei suoi prodotti, Marco accompagna i più curiosi a fare un tour virtuale nella sua vigna e a godere degli spettacolari tramonti con lo Stromboli sullo sfondo. Una volta allentate le restrizioni, si è passati dal virtuale al reale. Passeggiate didattiche in cui Marco spiega come lavora, tradizioni e curiosità riguardo al mondo del vino o anche della stessa terra che coltiva. A conclusione di questa bella passeggiata si può ammirare il tramonto sorseggiando un bel bicchiere di vino e degustando prodotti locali.

Questo progetto è inoltre candidato agli Oscar Green di Coldiretti, proprio col nome “Tramonto in vigna”.

Tropea, la Calabria e il “fare rete”

“Sono felice, attraverso il mio lavoro, di poter mostrare un’altra faccia della Calabria e di Tropea”. Marco infatti tiene molto alla sua terra, nella quale ha deciso di investire. “Tropea non è solo mare, ma anche cultura, storia e soprattutto enogastronomia” ci dice. Marco vede tutto ciò come un bagaglio che bisogna dare a chi “viene a trovarci”, di modo che, quando questa persona tornerà a casa, farà menzione di quanto ha visto. “Questa è la miglior pubblicità che possiamo avere!”

Oltre che Tropea, lo sguardo di Marco si allarga a tutta la Calabria, una terra che definisce come “molto bella e ricca, sotto tutti i punti di vista”. Ecco perché si sofferma sull’importanza del “fare rete”. “Quando le persone vengono da me, io le invito a non fermarsi alla sola Tropea, ma anche a visitare tutta la Costa degli dei, come anche l’entroterra, proprio perché c’è tanto da scoprire”. Ci dice inoltre che il turismo esperienziale sta prendendo piede in Calabria, magari in posti come la Costa Viola e il Cirotano.

L’importanza dei sogni

La chiacchierata con Marco ci dice tanto. Ad esempio, che nonostante le difficoltà i ragazzi possano crearsi un futuro nelle proprie corde. Per questo abbiamo chiesto a Marco che consiglio darebbe ai giovani che vorrebbero investire su loro stessi. “Quello che gli consiglio io è di seguire i propri sogni e le proprie passioni, come ho fatto io. Ma soprattutto, di ricordarsi che serve pazienza e perseveranza per raggiungere l’obiettivo”.

Con questo augurio, che facciamo anche nostro, ringraziamo Marco e vi invitiamo a seguirci per altri approfondimenti!

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