Openmag vi porta oggi alla scoperta di Safar: un “viaggio digitale” da vivere restando comodamente a casa, creato dalla travelcoach Carla Diamanti.
Da un’idea di Carla Diamanti nasce il concetto di Safar (safari, in lingua swahilii, vuol dire appunto “viaggio”). L’abbiamo intervistata per avere una testimonianza di come stia cambiando il concetto di viaggio, anche dopo il Covid.
La voglia di tornare a viaggiare è infatti tanta, ma per molti paesi del mondo risulta ancora impossibile.
Carla è una travelcoach a trecentosessanta gradi, romana di nascita, parigina di adozione e da sempre nel mondo del turismo.
Come nasce l’idea
Il progetto del quale siamo andati alla scoperta si chiama appunto “Safar con Carla” e fa esplorare il mondo davanti al pc: in varie località del globo, una guida locale parlante italiano spiega in diretta monumenti e tradizioni, parlando ed interagendo anche con i passanti.
La durata di ogni visita raggiunge un’ora e mezza di tempo, e possono essere presenti fino a trenta partecipanti.
Il primo Safar è stato proposto online nel marzo 2021, nella splendida cornice della vecchia Gerusalemme.
Il tutto alla modica cifra di una quindicina di euro, inclusa anche la mini guida via mail in pdf del luogo che ci si appresta a visitare. Le guide sono poi disponibili in cartaceo grazie ad un accordo con Il Leone Verde editore, di Anita Molino. L’interazione è quindi massima, tutt’altro che un impersonale tour virtuale, come i viaggi asettici offerti ad esempio da Google Earth o un semplice documentario descrittivo della BBC.
Le guide locali
Fondamentale l’apporto in Safar delle guide locali: in questi ultimi quasi due anni di pandemia, alcuni paesi non hanno avuto alcuna sorta di ammortizzatore sociale nel turismo.
La visita avviene col cellulare della guida locale, quindi si deve essere pronti al bello della diretta, come la connessione che va e viene, ed il fatto che essa venga fermata dai partecipanti, per porre ad esempio domande ai passanti.
E’ alto, quindi, il livello di interazione con la popolazione locale.
In caso di connessione assente o per problemi tecnici, la visita viene sospesa, ed i partecipanti possono ovviamente ripresentarsi alla visita successiva senza nessun nuovo costo.
Futuro del progetto
L’esperienza di questi “tour per sedentari”, come Carla li definisce, non ha comunque a che fare solo con le limitazioni sanitarie.
Si pensa anche all’introduzione di Safar nelle scuole, e soprattutto nelle cliniche, nelle RSA o in quelle strutture nelle quali possa diventare un piacevole diversivo.
I consigli di Carla ai viaggiatori
Uscire dalla comfort zone, predisporsi all’inconveniente, arrendersi alla bellezza dell’imprevisto, sono elementi immancabili nei viaggi, anche quelli con Safar, motivo per il quale Carla suggerisce ai lettori di lasciarsi andare e trasportare.
In questo modo ci si può davvero innamorare dei posti che si visitano, come lei con la Giordania, il paese che le manca di più tra i (finora) sessanta visitati e dove è stata non meno di cinquanta volte (anche per cinque-sei volte in un anno!)
L’Asia è il continente che ha nel cuore e sogna, come meta nel cassetto, di visitare presto per la prima volta il Perù. E voi? Qual è il viaggio che vorreste fare? Nell’attesa di visitare i vostri luoghi del cuore, Safar sembra proprio un sostituto niente male.