Il comico napoletano ci parla del suo ultimo spettacolo “Fondamentalisti si nasce” andato in scena al Teatro dei Satiri fino al primo marzo
“Lo spettacolo non è altro che Simone Schettino sul palco, con le sue idee e i suoi pensieri”. Così il comico di Castellammare di Stabia presenta al pubblico romano la filosofia del “fondamentalista napoletano”, quella positiva e pacifica lontana dai cattivi esempi. “Quelli sono ovunque ma noi non ci associamo, anzi, li subiamo”, precisa Schettino che non nasconde la meraviglia per il riscontro positivo del suo “Fondamentalisti si nasce”. “Sta andando veramente bene, al di là di qualsiasi aspettativa. Lo spettacolo è frutto di una maturazione umana ”, dichiara il comico, assente dalle scene della Capitale dal 2007.
“Fondamentalisti si nasce” è un pretesto per ironizzare sui mali della società contemporanea. Non mancano i riferimenti all’attualità e alla crisi economica. “Noi comici siamo riflessivi, percepiamo la realtà fino in fondo per poi esteriorizzarla in chiave ironica. Abbiamo un po’ di male dentro”, confessa Schettino. Il quale, sorridendo, ammette: “Altrimenti saremmo dei semplici barzellettieri”.
Lo spettacolo denuncia, inoltre, l’incidenza dei social network sulla comunicazione di oggi. “Siamo già dentro nel mondo virtuale e non ce ne siamo accorti. Non si vive più l’attimo. Viviamo in un mondo in cui la presenza fisica non corrisponde più a quella mentale. Nel mio spettacolo uso proprio questa battuta: non sia mai ti dimentichi lo smartphone a tavola, sei costretto a parlare con la bottiglia di vino perché gli altri tre sicuramente non lo spengono”. E come dargli torto.
Riscoprire il gusto del dialogo, dunque, e del confronto. Andare oltre i luoghi comuni e le frasi fatte perché non esiste una verità assoluta. Perché ognuno di noi, a suo modo, è detentore di una propria verità. Questi gli ingredienti del successo di Simone Schettino che si assoggetta a un’unica limitazione: far ridere il proprio pubblico con la giusta ironia che lo spettacolo richiede.
Dopo aver portato la sua comicità in diversi programmi televisivi come “Convenscion”, il comico napoletano manca dal piccolo schermo dal 2005 ma non esclude la possibilità di tornarvi se si dovessero presentare occasioni interessanti. “Sono contrario alla tipologia d’artista che deve mostrarsi a 360 gradi. Se mi dovessero chiamare per cantare o ballare non andrei perché la mia vocazione è un’altra. In televisione preferisco i salotti, quelli in cui mostrarsi per ciò che si è”. E non si lascia sfuggire l’occasione per parlare della débacle comica a Sanremo: “ Il giudizio sui comici di quest’anno è stato troppo immediato. Poi un monologo di 4-5 minuti è già la morte della comicità”.
Andato in scena fino a domenica, “Fondamentalisti si nasce” proseguirà ora solamente a Latina nonostante le numerose richieste di repliche a Napoli ma anche nel Nord Italia. “Non dipende da me”, confessa, “ma dai circuiti teatrali. Purtroppo oggi l’artista si esibisce dove c’è richiesta da parte degli addetti ai lavori e non del pubblico”.
“È un periodo di crisi anche per il teatro e sono sorpreso dai prezzi sempre più alti dei biglietti. Il teatro dovrebbe essere per tutta la famiglia e, invece, il pubblico è costretto a scegliere in modo mirato gli spettacoli che vuole vedere”. Per questo il comico napoletano si prende una sola grande responsabilità: “Ai miei spettacoli ci si diverte”. E tanto.
Di Alessia Polimanti

