Dopo le blind audition, i concorrenti di “The voice” cominciano a darsi battaglia su un ring. Il risultato? Una noia mortale
Passano le edizioni ma The Voice Of Italy resta sempre uguale a sé stesso. Non ci stiamo riferendo alla formula ovviamente, ma al modo di scegliere i cantanti, alla tipologia di esibizioni e soprattutto alle motivazioni che vengono addotte dai giudici tutte le volte che scelgono un concorrente piuttosto che un altro, prima fra tutte “hai scelto un brano non adatto alle tue corde, che non ti rispecchia”. Peccato, però, che la scelta dei brani in fase di audizione viene fatta dagli autori del programma.
The Voice è più che altro un ricettacolo di voci potenti, graffianti e senza dubbio bellissime. Ma a parte i vari Dennis Fantina, vincitore della prima edizione di Amici (quando si chiamava Saranno Famosi), e Chiara Iezzi (ex del duo 
Dopo le prime cinque puntate di blind audition è arrivato il momento delle battles, la seconda fase della gara che ha preso il via mercoledì 1 aprile alle 21.10 su Rai 2. Sopra a un palco adibito a ring si sfidano due componenti dello stesso team su un brano scelto dal loro giudice e sarà poi quello stesso giudice a decidere chi dei due portare avanti e chi mandare a casa; ma per cercare di dare un po’ di pepe alla situazione, è previsto lo Steal: un concorrente eliminato può essere salvato da un altro team e con questo continuare la gara.
Le scelte dei quattro giudici, la sboccata e sguaiata Noemi, il Diablo Piero Pelù, lo sfigatissimo Team Fach, che forse avrebbe potuto e dovuto darsi un altro nome e l’irriverente J-Ax, vertono su chi è rock, su chi graffia, su chi strilla e su chi (solo secondo loro) ha personalità.
Ma ascoltando i giovani talenti in gara quello che ci viene spontaneo chiederci è: ma la semplicità che fine ha fatto? Il bel canto non va più di moda? Perché nessuno spiega a questa gente che l’importante non è arrivare ai “la” o ai “sol” alti ma regalare a chi ascolta un po’ di puro e sano colore e un po’ di pura e sana poesia?
Forse sono questi i motivi per cui del talent show The Voice si ricorda solo la vincitrice della scorsa edizione che in abito da suora millantava di avere un dono e di volerlo donare e che poi si è ritrovata a cantare un brano decisamente profano e poco adatto alle sue vesti, “Like A Virgin” di Madonna. Ma Suor Cristina poi, è una suora per davvero?
Insomma The Voice è una noia mortale. Una tortura per le povere orecchie stanche che alle nove di sera dovrebbero riposare. Una tortura per gli occhi che devono subire l’ipnosi delle camicie colorate e psichedeliche del presentatore Federico Russo uscito anche lui da un talent, “Operazione Trionfo”. Voi ve lo ricordate? A dirvi proprio tutta la verità neanche noi.


