8 luglio 1978: Pertini eletto presidente della Repubblica

8 luglio 1978: Pertini eletto presidente della Repubblica

Sandro Pertini, politico e giornalista italiano, contribuì grazie al suo lavoro a rendre la figura del Presidente della Repubblica l’emblema dell’unità del popolo italiano.

l’8 luglio 1978, al 16° scrutinio, con la convergenza dei tre maggiori partiti politici, Alessandro Pertini, detto Sandro, fu eletto presidente della Repubblica Italiana con 832 voti su 995, a tutt’oggi la più ampia maggioranza nella votazione presidenziale nella storia italiana.

Fu il settimo Presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 1978 al 1985, dopo Giuseppe Saragat, secondo socialista e primo esponente del Partito Socialista Italiano a ricoprire la carica.

La sua elezione apparve subito un importante segno di cambiamento per il Paese, grazie al carisma e alla fiducia che esprimeva la sua figura di eroico combattente padre fondatore della repubblica, in un’Italia ancora scossa dalla vicenda del sequestro Moro.

La sua statura morale contribuì al riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni, in un momento difficile e costellato di avvenimenti delittuosi come quello degli anni di piombo. Per un certo periodo Pertini fu infatti “il presidente dei funerali di stato”: se il funerale di Guido Rossa, davanti a 250.000 persone, diventò l’occasione per un forte attacco alle Brigate Rosse, il momento forse più cupo fu il funerale dopo la strage di Bologna. Introdusse poi il rito del “bacio alla bandiera” tricolore, che sarebbe divenuto usuale anche per i suoi successori.

Come Capo dello Stato ha conferito l’incarico a sei Presidenti del Consiglio: Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, Arnaldo Forlani, Giovanni Spadolini, Amintore Fanfani e Bettino Craxi; ha nominato cinque senatori a vita, Leo Valiani, Eduardo De Filippo, Camilla Ravera prima donna senatrice a vita, Carlo Bo e Norberto Bobbio.

In qualità di presidente della Repubblica, conferì inoltre nel 1979, per la prima volta dal 1945, a un esponente laico, il repubblicano Ugo La Malfa, il mandato di formare il nuovo governo, incaricando quindi, con successo, nel 1981, il segretario del PRI Giovanni Spadolini (primo non democristiano ad assumere la guida del governo dal 1945), e nel 1983 il segretario del PSI Bettino Craxi (primo uomo politico socialista a essere nominato presidente del Consiglio nella storia d’Italia).

Il suo modo di intervenire direttamente nella vita politica del Paese rappresentò una novità per il ruolo di Presidente della Repubblica, che era stato, fino ad allora una figura strettamente “notarile”.  Particolarmente attento alla lotta alla mafia, nel discorso di fine anno del 1982 parlò espressamente del problema mafioso, ricordando le figure di Pio La Torre e del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa:

« Vi sono altri mali che tormentano il popolo italiano: la camorra e la mafia. Quello che sta succedendo in Sicilia veramente ci fa inorridire. Vi sono morti quasi ogni giorno. Bisogna stare attenti a quello che avviene in Sicilia e in Calabria e che avviene anche con la camorra a Napoli. Bisogna fare attenzione a non confondere il popolo siciliano, il popolo calabrese ed il popolo napoletano con la camorra o con la mafia. Sono una minoranza i mafiosi. E sono una minoranza anche i camorristi a Napoli.
Prova ne sia questo: quando è stato assassinato Pio La Torre, vi era tutta Palermo intorno al suo feretro. Quando è stato assassinato il generale Dalla Chiesa, con la sua dolce, soave compagna, che è stata più volte qui a trovarmi, proprio in questo studio, tutta Palermo si è stretta intorno ai due feretri per protestare.
Quindi il popolo siciliano, il popolo calabrese ed il popolo napoletano sono contro la camorra e contro la mafia.

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