Democrazia vs burocrazia chi decide in Italia?

Nonostante l’alternanza di partiti, governi e leader in un’ Italia burocratica determinati schemi e privilegi non cambiano mai.

 

C’era una volta… il governo balneare antica formula che definiva, nelย linguaggio politicoย corrente, i vari esecutivi della ย Prima Repubblicaย formati durante ilย periodo estivo, con il solo compito di gestire gli affari correnti e approvare la legge di bilancio, nell’attesa di un successivo chiarimento tra le forze politiche inย Parlamento. Poi arrivรฒ il 1992 e cadde il muro di Montecitorio nacque la seconda repubblica, vennero cancellati tutti i vecchi schemi e nuovi cavalieri, cortigiani e dame rinnovarono il castello parlamentare. Doveva essere la svolta storica, un nuovo periodo di prosperitร  per il popolo, e niente piรน apparati logori, ma qualcosa non ha funzionato e questo periodo storico lo ricorderemo come l’epopea dei personalismi e dei Monarchi o aspiranti Monarchi assoluti: Il Cavaliere di Arcore, Re Giorgio “il manovratore”, Romano da Bruxelles, Massimo “il taglia teste” Walter il ย “distruttore” Mario “Il banchiere” e poi i nuovi rampolli della casa reale: Beppe il “vecchio pescatore” e Matteo principe di Firenze. ย E cosi tra cambi di casata e bandiere riposte e poi ricomparse l’unica cosa che รจ avanza indisturbata rimane sempre il NULLA!!!

Ma visto che purtroppo non viviamo in una favola una domanda ricorre sempre, di chi รจ la colpa? Dei politici? Del popolo, Della societร  civile? In fin dei conti in questa Seconda Repubblica non ci siamo fatti mancare nulla, abbiamo avuto governi longevi ma non sempre stabili, ย governi โ€œtecniciโ€ (Monti) larghe intese (Letta e Alfano). Ma nonostante tutto ciรฒ l’Italia rimane sempre impantanata e ingovernabile e come se ci sia qualcosa di oscuro e che regga realmente le fila di un apparato che non vuole rinnovarsi e che mantiene status nascosti ma potentissimi.

Bisogna quindi scavare nelle segreta del castello per capire chi ci governa realmente e chi ha la facoltร  di velocizzare o di rallentare lโ€™immenso apparato dello Stato. Chi sono questi burocrati che non vengono scalfiti dal variare delle stagioni politiche e passo dopo passo raggiungono le corti piรน alte eย ย le chiavi del potere?

Queste riflessioni nascono e possono essere avvalorate anche da alcuni post รจ articoli che ho trovato in giro per il web, La fonte รจ un semplice blog di Marcello Foa su Il Giornale ย e alcuni articoli , risalenti al maggio scorso, uno di Italia Oggi, a firma di Roberto Narduzzi, intitolato โ€œDraghi ha giร  piazzato i suoi uomini in tutti i posti chiave dellโ€™economiaโ€œ. e l’altroย dal Quotidiano Nazionale, a firma di Andrea Cangini. Titolo: โ€œLeggi e governanti โ€˜ostaggio dei tecnici. Cosรฎ i grandi burocrati guidano la politicaโ€

Nel primo articolo c’รจ un passaggio molto significativo per capire chi ci governa realmente:

Mario DraghiPer attivare lo scudo serve anche offrire garanzie manageriali ai prestatori che devono di fatto approvare la qualitร  della squadra italica chiamata a gestire il programma. Draghi lo sa bene e per questo non ha perso tempo. Non รจ affatto casuale lโ€™arrivo di uomini di Bankitalia ai posti chiave della finanza pubblica. Fabrizio Saccomanni come ministro dellโ€™economia e Daniele Franco alla Ragioneria dello stato. Persone di qualitร  e di cui Draghi si fida, persone giuste per interagire con la Bce, il Fmi o la Commissione se lโ€™attivazione dello scudo si fa realtร . Con lโ€™ex Banca mondiale Vincenzo La Via alla Dg del Tesoro e Attilio Befera, molto stimato da Draghi, allโ€™Agenzia delle entrate, soltanto il bilancio dellโ€™Inps, oggetto di feroci critiche per Inpdap ed esodati, sfugge al controllo tecnico di un Draghi boy.ย Il vero premier italiano da Francoforte, in sintonia perfetta con Napolitano, ha messo a punto ogni casella chiave per gestire gli effetti operativi dellโ€™attivazione italiana dello scudo antispread.

Nel secondo articolo Andrea Cangini raccoglie le riflessioni di alcuni ex ministri sulla loro esperienza nei palazzi del potere:

ragioneria_generale2_0Poichรฉ le immagini parlano piรน delle parole, รจ a unโ€™immagine che un ex ministro ci rimanda per spiegare il potere reale delle alte burocrazie pubbliche italiane. E lโ€™altissima considerazione che hanno di sรจ. Dice: ยซTi do due notizie: caso unico al mondo, la Ragioneria generale dello Stato ha ritenuto opportuno dotarsi di un simbolo. La seconda notizia la capirai da solo osservandoloยป. รˆ vero, la Ragioneria ha un simbolo e si narra lโ€™abbia disegnato personalmente lโ€™allora ragioniere generale Vittorio Grilli: un grande triangolo, soggetto tipico dellโ€™iconografia massonica, con una piccola, piccolissima stella repubblicana che pende dal vertice sul lato sinistro.


Lโ€™ex ministro conclude:ย โ€œLo Stato sono loro e la Repubblica รจ appesa alle loro decisioniยป. Non cโ€™รจ differenza tra destra e sinistra, chi ha avuto responsabilitร  di governo racconta la stessa realtร . Ma pochi sโ€™azzardano a farlo a volto scoperto. Fa eccezione Altero Matteoli: ยซHo fatto quattro volte il ministro e qualsiasi cosa tu possa scrivere per denunciare quanto contano queste persone sarร  sempre una parte infinitesimale della realtร ยป. Ragioniere generale dello Stato, capi di gabinetto, direttori di dipartimento e capi dellโ€™ufficio legislativo dei ministeri piรน importanti hanno dunque in pugno il Paese. E, notano tutti, da quasi ventโ€™anni sono sempre gli stessi. Si limitano ad oscillare da una casella allโ€™altra. Una casta chiusa, irresponsabile ed autoreferenziale. Inoltre continuaย ancora Matteoli: ยซNel 2001 nominai capo di gabinetto ai Lavori pubblici un professore, Paolo Togni, e la Corte dei Conti rifiutรฒ di registrarlo perchรฉ, dissero, non aveva i titoli. Chiesi allora che titoli servissero. Muta risposta. Ma nel silenzio fecero pressioni su Palazzo Chigi per far nominare uno dei loro: un magistrato contabile o uno del Consiglio di Stato o uno del Tarยป. Matteoli si impuntรฒ, ma gli ci volle un mese prima che Togni fosse messo nelle condizioni di ricoprire lโ€™incarico.

Cangini poi da ulteriori elementi :

Sono 15-20 persone, sempre le stesse. Il piรน noto รจ Vincenzo Fortunato, ex Tar, piรน di 500mila euro di stipendio lโ€™anno fino a poco tempo fa.

ยซSono il vero e inamovibile potere italianoยป, sintetizza un ex ministro diessino. Mentre un suo omologo ex forzista rende la medesima idea citando Dante: ยซVuolsi cosรฌ colร  dove si puote ciรฒ che si vuole, e piรน non dimandareยป. Entrambi sostengono che le bollinature, cioรจ il via libera contabile della Ragioneria ad ogni provvedimento di spesa, ยซvengono concesse solo se il provvedimento rientra nella โ€˜visioneโ€™ politica del ragioniere generale. In caso contrario vengono negate o subordinate a scelte โ€˜politicheโ€™ diverseยป. Cโ€™รจ unโ€™altra cosa su cui i due ex ministri, pur di opposti schieramenti, concordano: ยซI burocrati ministeriali scrivono le norme e gestiscono le informazioni in maniera iniziatica, in modo da risultare indispensabiliยป. Un monopolio difficile da scalfire.

Adesso forse รจ piรน chiaro capire perchรจ non funziona lโ€™Italia e perchรจ la nostra macchina burocratica e arcaica ed inespugnabile, continuiamo a sottostare ad unย potere che รจ altrove…. solo che noi lo vediamo lontano ma รจ cosรฌ vicino…. da influenzare tutte le decisioni e la maggior parte dei nostri governanti.

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