Il 4 febbraio è andata in onda su Tv2000 la prima di 6 puntate della serie tv dedicata alla battaglia di 6 donne contro il cancro.
Una storia di amicizia, di sofferenza ma anche di risate e di voglia di vivere, tanta voglia di vivere! Autrice e produttrice della serie Kemioamiche Chiara Salvo.
Ci racconta come nasce l’idea del titolo?
Io stessa mi sono sottoposta a chemioterapia e ogni 21 giorni, come vuole il protocollo, mi recavo nella sala chemio del policlinico Gemelli dove incontravo sempre le stesse persone, le stesse donne. Da questi appuntamenti insoliti, per condividere informazioni, riflessioni, e perché no, anche qualche battuta, è nato il gruppo whatsapp che ho chiamato appunto Kemioamiche.
Perché un docu-reality?
Faccio questo di mestiere, racconto storie con persone reali e fino ad oggi, l’esperienza con il cancro non era mai stata raccontata, nessuno ha mai avuto il coraggio, forse per paura di scadere in una spettacolarizzazione del dolore. L’incontro con queste donne fantastiche ha fatto il resto, mi sono solo detta ‘proviamoci’.
Un’operazione non certo facile far accettare una normalità, una quotidianità del dolore, non crede?
No, non è facile per niente, il coraggio non è tanto nel fare la chemioterapia ma nel raccontarsi. Ma il messaggio principale è che si può essere forti, si può guarire facendo prevenzione, e con un po’ di allegria, di musica si può anche combattere il dolore di una sofferenza come quella che provoca un tumore.
C’è una chiave di lettura che può aiutare in questo percorso così difficile altre donne che vivono la stessa situazione?
Ce ne sono tante. Il primo tema che abbiamo toccato è quello della resilienza, la capacità di reagire positivamente agli eventi, il tema della condivisione… Perché parlarne aiuta a non buttarsi giù, e naturalmente non poteva mancare il focus sulle persone, familiari e amici, che stanno accanto ai malati.
Chemioterapia ma anche cure alternative, oppure no? Lei cosa ne pensa?
Chemioterapia tutta la vita. E accanto, per rendere il percorso di guarigione meno faticoso, sicuramente vanno tenute in considerazione le terapie integrate complementari, purché però la chemioterapia sia sempre il punto di partenza perché è l’unica che ti salva la vita. Altrimenti si rischia di fare come Terzani, che decide di concedersi un altro giro di giostra alla ricerca di cure alternative per il proprio tumore e viaggia tutto il tempo che gli resta, inutilmente.
Cosa si aspetta da Kemioamiche?
Gli ascolti stanno andando bene. Però devo dire che è nulla in confronto al numero di persone che mi hanno scritto, un riscontro enorme. E’ evidente che ci fosse un vuoto da colmare, probabilmente non se ne parlava abbastanza quindi in qualche modo questo format è servito a riempire
Il prossimo obiettivo, non professionale, di Chiara Salvo?
Una vacanza!

