Parità di genere: dalla teoria alla pratica

Parità di genere

La parola “parità” è ovunque: nei post istituzionali, nei comunicati, nei progetti che promettono cambiamenti rapidi. Ma quando si guarda a quello che succede nel mondo reale, ci si accorge che questa parola pesa molto più di quanto sembri.
E, spesso, pesa in modi diversi da Paese a Paese.

Il progetto internazionale Grl Power Reloaded, che segue il precedente Euromediterranean Girl Power, nasce proprio da qui: dalla necessità di andare oltre gli slogan e confrontarsi davvero su cosa significhi parlare di parità nei diversi Paesi del Mediterraneo.

Il primo incontro si è svolto negli scorsi mesi a Djerba, in Tunisia, con la partecipazione delle associazioni Voix d’Enfant Rural (Paese ospitante), AICEM (Italia), Witness (Palestina), Hellenic Youth Participation (Grecia) e Neteurope (Spagna).
Sono stati giorni intensi, costruiti non tanto su lezioni frontali ma su scambi diretti: gruppi di lavoro, esercizi di facilitazione, discussioni su stereotipi culturali, esperienze vissute e il modo in cui le condizioni di vita e i diritti cambiano da territorio a territorio.
I partecipanti hanno condiviso episodi personali, differenze legislative, barriere sociali e dinamiche familiari che influenzano la vita delle donne.
Da questo confronto è scaturito che la parità non è una definizione universale: è, al contrario, qualcosa che assume forme diverse a seconda delle opportunità e delle risorse disponibili.

Per questo si è scelto di organizzare un secondo incontro, questa volta ad Atene, con un obiettivo molto più operativo: trasformare quanto emerso a Djerba in proposte concrete.
Non ipotesi astratte, non idee generiche ma azioni reali, già attuabili nei propri Paesi.

Ad Atene il lavoro è stato più diretto e pratico. I gruppi si sono suddivisi per settori: gioventù, lavoro, organizzazioni, volontariato e business/sport e ciascun Paese ha portato sul tavolo ciò che potrebbe essere fatto subito: attività già esistenti da potenziare, iniziative da adattare, pratiche che funzionano e che potrebbero essere replicate altrove.
Si è lavorato confrontando approcci diversi, verificando quali soluzioni fossero più adatte ai rispettivi territori e rendendo ogni proposta il più concreta possibile, senza perdere di vista i vincoli e le differenze culturali.

Di seguito presentiamo in modo ordinato tutte le proposte, i progetti e le azioni emerse dal confronto tra i partecipanti.

1. Gioventù

Tunisia
Creare in ogni regione una rete locale basata su spazi sicuri per ragazze e donne, dove possano discutere, confrontarsi, darsi consigli e supporto. L’obiettivo è estendere nel tempo questa rete anche online.

Italia
Partecipare o cercare eventi e movimenti universitari già esistenti dedicati alla parità di genere.
Inoltre, l’iniziativa “Women Rebels” prevede giochi di ruolo nelle scuole medie e superiori: gli studenti impersonano figure femminili di rilievo e condividono le loro storie in modo interattivo, rispondendo alle domande dei partecipanti.

Palestina
Formazione interattiva per i membri del Consiglio Nazionale dei Giovani, per sviluppare competenze sui concetti di parità di genere, stereotipi e sfide locali.

Grecia
Sviluppare attività ed eventi universitari: campagne di sensibilizzazione (ad esempio cosa è un red flag o cosa è accettabile in una relazione), giornate informative e Orientation Day.
Creare club informali femminili (club del libro, d’arte, di corsa, ecc.).

Spagna
Applicare nella vita quotidiana la prospettiva di genere: usare linguaggio non sessista, trattare tutti in condizioni di uguaglianza, sostenere movimenti per i diritti umani e contro la violenza di genere, il razzismo e la xenofobia.

2. Lavoratori

Grecia 
Organizzare cene condivise tra donne in ristoranti di proprietà femminile. Una parte dei fondi raccolti viene destinata a una causa femminista. Viene inoltre creato un sistema di mentoring tra membri più giovani e membri più anziani della comunità.

Italia
Organizzare o partecipare a programmi di mentoring da donna a donna, in cui le donne possano connettersi, creare reti e fare da mentori ad altre donne.

Palestina
Organizzare a Nablus uno Skill-Swap Market, un mercato simbolico in cui donne lavoratrici (artigiane, cuoche, sarte) e giovani si scambiano competenze senza denaro.
Esempi contenuti nella tabella: una donna può insegnare ricamo in cambio di consigli di marketing digitale; un cuoco può condividere ricette in cambio di supporto fotografico.
L’obiettivo è valorizzare il lavoro femminile e creare una rete comunitaria sostenibile.

Tunisia
Sessioni “Know Your Rights at Work”, rivolte ai dipendenti del settore privato, focalizzate su leggi del lavoro, diritti e doveri legati alla parità di genere. Utilizzano strumenti digitali e discussioni tra pari.

Spagna
Informarsi e studiare violenza di genere, uguaglianza e diritti umani, partecipando a workshop, simposi, corsi online e lezioni in presenza.

Grecia
Organizzare workshop su leadership femminile, autostima, arte e soft skills.
Creare club del libro per scrittrici.

3. Organizzazioni

Tunisia
Offrire formazioni in presenza per donne vulnerabili in spazi pubblici (scuole, negozi locali, club), creando luoghi sicuri per aiutarsi, discutere e confrontarsi.

Italia
Creare cineforum o book club sulle artiste donne.
Organizzare art clubs (ceramica, maglia, ecc.) che uniscono attività pratiche con conversazioni sulla parità di genere.

Palestina
Realizzare un Gender Equality Hackathon a Nablus: un evento collaborativo tra ONG, università e giovani per creare soluzioni innovative alle sfide di genere locali.

Spagna
Applicare la prospettiva di genere a tutto il lavoro, in ogni progetto, spazio o attività.

Grecia
Creare campagne dedicate a figure femminili (atlete famose, scienziate, professioniste, scrittrici, ecc.).

Tunisia
Realizzare Equality Starts Early: animazioni interattive nelle scuole rurali usando giochi, attività artistiche e quiz per introdurre i principi di parità.

4. Volontari

Tunisia 
Organizzare una formazione professionale basata sul trasferimento di competenze da persone con skill tecniche e trasversali (studenti, giovani professionisti) a donne vulnerabili.
Esempio incluso nella tabella: insegnare marketing digitale a un’artigiana che vende prodotti ma non ha presenza sui social media.

Italia
Promuovere iniziative sulle donne dietro scoperte scientifiche e opere artistiche, attraverso campagne di sensibilizzazione.

Palestina
Realizzare un murale in strada per promuovere la parità di genere.

Tunisia
Creare Voices for Equality, un’iniziativa multimediale dove volontari producono contenuti digitali (video brevi, grafici, articoli, statistiche, fatti) per sensibilizzare sulla comunicazione attenta al genere.

Spagna
Applicare comunicazione sensibile al genere nelle relazioni quotidiane e nei progetti; studiare la parità di genere e i diritti umani; partecipare ad attività, manifestazioni e momenti di accompagnamento.

Grecia
Organizzare training su leadership femminile e soft skills, anche in natura.
Organizzare attività fisiche indoor/outdoor, creando spazi sicuri.
Creare community social e gruppi chat per parlare, uscire, condividere storie (es. Facebook community).

5. Business e Sport Club

Spagna 
Inserire rappresentanti femminili in ambienti dominati dagli uomini (ad esempio club sportivi con partite miste o allenatrici donne) per sfidare stereotipi.

Italia
Organizzare campagne o eventi per fornire prodotti o competenze a donne in difficoltà.

Palestina
Supportare podcast/vodcast guidati da donne, come media club che amplificano la loro presenza nella società.

Tunisia
Lanciare una Gender Equality Challenge che coinvolga imprenditori e associazioni per promuovere pratiche equilibrate su opportunità, promozioni, stipendi e ruoli decisionali.

Grecia
Partecipare a training sulla parità di genere per HR e manager, come attività di CSR per aumentare visibilità e creare ambienti sicuri.
Gli HR dovrebbero organizzare formazioni specifiche sulla parità.

La parità si costruisce facendo

Ad Atene ci si è concentrati su ciò che si può fare davvero, adesso. Sono emerse attività adattabili ai contesti, idee sostenibili e proposte nate direttamente dai bisogni dei partecipanti. Il confronto ha aiutato a capire cosa è immediatamente realizzabile in ogni Paese e cosa richiede invece un percorso più lungo.

Non è un punto di arrivo ma una base di lavoro, una serie di strumenti e possibilità che ogni realtà potrà sviluppare in modo diverso, seguendo le proprie priorità.

La parità di genere prende forma proprio così, dentro percorsi che cambiano da Paese a Paese e che funzionano solo quando le proposte tengono conto della realtà in cui devono essere applicate. Non esiste una formula unica, ma contesti, persone e necessità diverse che richiedono risposte altrettanto diverse.

A cura di Elena Massaro

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