Antonio Conte: un addio da pirla

L’allenatore pugliese lascia senza preavviso, con la stagione che sta per per iniziare. Antonio Conte ha sbagliato nei modi e nei tempi.

Ma che fai Conte? Scappi via, così in questo modo e allora a questo punto permettimi di darti del pirla. Non è un insulto gratuito perché le motivazioni esistono e sono pure circostanziate. Innanzitutto tradisci milioni di tifosi juventini che appena un mese fa erano stati rassicurati sulla tua permanenza sulla panchina bianconera e anzi il tradimento è doppio per chi come te ha rappresentato la juventinita’ all’ennesima potenza. Evidentemente l’attaccamento è tanto forte quanto la convenienza che ci sta dietro. Ma il problema di fondo non è tanto l’aver preso questa decisione ma è il modo in cui è stata presa e le tempistiche della stessa che lasciano esterrefatti. Se un addio a fine campionato scorso poteva essere accettato per divergenze sulla programmazione futura, un po’ meno lo è ora dopo due giorni dall’inizio della preparazione per la stagione 2014/15. Si presume che fino ad oggi Marotta e Paratici abbiano lavorato per soddisfare le tue idee tattiche e il tuo credo calcistico e invece oggi devono virare decisamente su un nuovo tecnico e su una probabile nuova programmazione. Il disagio delle tue parole di commiato è evidente come lo è la codardia che hai mostrato nel non metterti in gioco arrivati a poco più di un mese dall’inizio della nuova stagione. È vero che un professionista deve valutare anche in base alle proprie esigenze ed ai propri interessi, ma qui hai proprio esagerato decidendo di lasciare una squadra che in Italia è almeno una spanna sopra le altre e che in questa stagione doveva ben figurare in Champions.

Sarà stata forse la paura di non essere competitivi nella massima competizione europea, ma che la Juve non avesse le disponibilità economiche dei vari Real, Barca e Psg non era né il terzo né il quarto segreto di Fatima. Anzi avevi l’opportunità di fare qualcosa di straordinario (come piace dire a te) e far vedere che essere un grande allenatore significa anche vincere o arrivarci vicino anche se non si è i più ricchi. Hai costruito in Italia un armata vincente ed affamata che doveva attestarsi anche in Europa, ma quest’ultimo step lo hai dribblato e ricorda che il dribbling non è mai stato una tuo punto di forza. Tu tenace e grintoso non lesinavi mai energie, oggi ti adagi su un atteggiamento di supponenza di chi merita il meglio perché è il più bravo. La tua ambizione esagerata forse ti permetterà di trovare tra qualche tempo un club ricco e blasonato ma oggi non ne esci bene. In vacanza dovevi farti un bagno in più, quello di umiltà.

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