Il 9 novembre 1989 fu ufficialmente abolito il divieto del passaggio del muro che divideva Berlino Est e Ovest

Simbolo della divisione delle zone di influenza tra Stati Uniti e Unione Sovietica, il muro di Berlino venne costruito a partire dal 12 agosto 1961. Già dopo la fine della Seconda guerra mondiale con la conferenza di Jalta si era deciso di dividere Berlino in quattro settori controllate rispettivamente da Stati Uniti, Unione Sovietica, Francia e Inghilterra. Nel 1948 si era verificato il blocco di Berlino che impediva il rifornimento della città, aggirato dagli Alleati con il trasporto aereo. Seguì l’esodo di moltissimi abitanti della zona Est. Il muro costruito nella notte dell’agosto 1961 era inizialmente fatto di filo spinato e da prefabbricati in cemento armato. Successivamente fu più volte rinforzato con strutture in cemento. Lungo più di 150 km, si presentava con due muri paralleli con una striscia libera larga 10 metri soprannominata striscia della morte. Era proprio in questo passaggio che vennero uccisi dalla polizia della DDR centinaia di persone che tentarono di fuggire da Berlino Est verso la parte Ovest. Emblematico fu il caso di Peter Fechter, il giovane a cui spararono e che morì dissanguato nella striscia della morte nel 1962. Il 23 agosto 1989 l’Ungheria aprì le frontiere con l’Austria permettendo la fuga di circa 13000 persone dalla Germania Est. Finalmente il 9 novembre il Ministro Schabowski annunciò in diretta televisiva che da quel momento in poi venivano annullati i checkpoint e che il governo della Germania Est si apriva alla Repubblica federale tedesca. Subito cominciarono le prime demolizioni da parte dei berlinesi che per 28 anni erano stati divisi. Il 18 marzo 1990 si tennero le elezioni che formalizzarono la fine della Repubblica Democratica tedesca. Il 13 giugno 1990 il muro fu definitivamente abbattuto con ruspe e bulldozer, salvo alcuni punti coperti di graffiti che divennero monumentali. Il 3 ottobre 1990 avvenne la riunificazione di tutto il territorio tedesco.