Pietrangelo Buttafuoco è il primo, nell’intimità della biblioteca Enzo Tortora, a parlare di geopolitica per il ciclo di conferenze organizzato dall’IsAG.
A Testaccio, dietro un cancelletto scrostato, c’è una piccola biblioteca. Non la si nota subito, si deve seguire per qualche metro un labirinto di vicoletti erbosi e, solo dopo aver percorso un po’ di strada, ci troviamo davanti al vistoso cartello rosso delle biblioteche di Roma. Giovedì 26 novembre, nel precoce buio delle 17:00, la sala incontri della biblioteca Enzo Tortora ci offre un caldo riparo dal gelo. I posti a sedere esauriscono in fretta, sarà per il tema dell’incontro di oggi, sarà perché l’ospite è un illustre giornalista, o magari sarà perché nelle ultime settimana siamo tutti agitati dalla smania di sapere e di informarci.
Ad accoglierci in sala c’è Daniele Scalea, fondatore e Direttore scientifico dell’IsAG, l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, ente nato nel luglio del 2010 e che ha come scopo quello di diffondere lo studio della geopolitica e stimolare in Italia un articolato dibattito sulla politica estera del paese. La biblioteca Enzo Tortora ospita in questo freddo pomeriggio di novembre il primo di una serie di incontri organizzati dall’istituto dal titolo “Dialoghi sulla geopolitica e oltre”.
L’ospite del primo incontro è Pietrangelo Buttafuoco, figura di punta del giornalismo italiano, autore di articoli e rubriche usciti su grandi testate quali Il Foglio, Il Fatto Quotidiano, Panorama e Repubblica. Esperto di Islam e geopolitica, ripropone in questa sede alcuni spunti tratti da uno dei suoi ultimi saggi “Il feroce Saracino. La guerra dell’Islam. Il califfato alle porti di Roma”, edito da Bompiani ed uscito la scorsa primavera, proprio all’indomani dell’attentato al giornale parigino Charlie Hebdo.


A cura di Margherita Romano.



