Il 30 aprile del 1977 le madri dei desaparecidos riempiono la Plaza de Mayo per la prima volta. Lo faranno per trent’anni consecutivi.
In Argentina, dal 1976 al 1983, la Giunta militare capeggiata da Jorge Rafael Videla e dai suoi successori, Roberto Eduardo Viola, Leopoldo Galtieri e Reynaldo Bignone, mise in atto un programma di repressione violenta attuato con lo scopo di eliminare qualunque forma di protesta e di dissidenza nel paese. Si trattava di ciò che viene chiamato Guerra sporca; una inacettabile violazione dei diritti umani e civili nei confronti della popolazione con l’utilizzo di metodi quali la privazione della libertà senza procedimenti giudiziari, la tortura, gli omicidi e le sparizioni. Durante questo periodo, oltre alle migliaia di persone incarcerate, vi furono circa 2.300 omicidi politici e circa 30.000 persone scomparvero (desaparecidos), per la maggior parte ragazzi legati ad associazioni studentesche, sindacati, partiti non allineati. Le madri di questi ragazzi chiesero informazioni sulla scomparsa dei propri figli alla polizia o addirittura al ministero degli Interni, ma il nome dei figli non compare da nessuna parte, nessun registro, scomparsi nel nulla. Così per protestare contro il regime il 30 aprile 1977 le 14 componenti storiche dell’associazione si riunirono in Plaza de Mayo ( da cui deriva il nome dell’associazione) ; portavano cartelli con sopra i nomi o le foto dei figli scomparsi, indossavano un fazzoletto bianco annodato in testa, che in origine era costituito dal primo pannolino di tela, e giravano per mezz’ora attorno alla piramide che si trova in mezzo alla piazza. Da quel giorno, iniziarono a incontrarsi tutti i giovedì per trent’anni a Plaza de Mayo, e la percorrevano in senso circolare per circa mezz’ora, accompagnate dal suono rumoroso di pentole e coperchi. Una delle 14 componenti, Azucena Villaflor de De Vincenti venne in seguito arrestata e detenuta in una delle prigioni segrete dell’ESMA a partire dal 10 dicembre 1977.
