Inflazione e accessibilità economica oggi in Italia

Inflazione e accessibilità economica oggi in Italia

Inflazione, caro prezzi e (in)accessibilità. Problemi, proposte e soluzioni per far fronte ai cambiamenti economici degli ultimi anni.

Negli ultimi anni le diseguaglianze economiche si sono dimostrate significative anche per le condizioni sociali delle famiglie e dei cittadini.

Se infatti nel 2022 circa il 24,4% della popolazione è stato a rischio di povertà o esclusione sociale, con la ripresa economica, c’è stata una diminuzione di persone in condizioni precarie, pur rimanendo stabile una fetta di popolazione a rischio povertà.

Non a caso nei dati del 2021 si può notare come il reddito delle persone più abbienti è 5/6 volte rispetto a quello delle famiglie più povere.

Caro prezzi e inflazione

Secondo gli ultimi dati Istat, e nello specifico quelli elaborati dall’Unione Nazionale dei Consumatori, cibi e bevande sono aumentati in un anno del +11% ovvero +846 euro per una famiglia di quattro persone. Per quanto riguarda gli alimentari in Italia i prezzi continuano ad aumentare sempre di più.

Dal 2016 assistiamo a un aumento di prezzi nel settore alimentare in tutto il mondo.

In questo contesto la guerra della Russia contro l’ Ucraina è stata significativa nel peggioramento dell’aumento dei prezzi.

L’ aggressione militare russa infatti ha causato dei forti rincari dei prezzi dei prodotti alimentari e la loro penuria.

Inoltre i prezzi delle materie prime agricole sono in costante aumento dal 2020 in un contesto caratterizzato dalle ripercussioni della pandemia di COVID-19 in tutto il mondo.

Nonostante la guerra e i cambiamenti climatici stiano avendo un forte impatto sulla produzione, il sistema alimentare dell’ UE rimane solido e affidabile.

Tuttavia, i cittadini dei paesi dell’ UE risentono delle conseguenze dell’ inflazione e dell’ aumento dei prezzi del genere alimentare.

Ecco perché l’ accessibilità economica è una delle principali preoccupazioni dell’Unione Europea, in particolare per quanto riguarda gli individui meno abbienti, che sono maggiormente colpiti.

Soluzioni proposte

Tra le soluzioni proposte a livello nazionale troviamo la social card, un aiuto offerto dal governo per acquistare beni di prima necessità. Tutti i cittadini che hanno un Isee entro i 15mila euro e non ricevono la Naspi o il Reddito di cittadinanza avranno diritto a 382,5 euro per fare la spesa.

Se volgiamo uno sguardo al periodo del COVID vediamo inoltre come il terzo settore è stato fondamentale per la fascia di popolazione più vulnerabile.

Il primo aiuto concreto arriva con l’ordinanza del Dipartimento della Protezione civile del 29 marzo 2020 che mette a disposizione 400 milioni di euro destinati all’erogazione di buoni pasto per le famiglie bisognose.

Un’altra misura messa in atto dal governo è il bonus gratuito di 60 euro per biglietti e abbonamenti ai mezzi pubblici ai richiedenti con ISEE entro i 20mila euro.

Complessivamente sono stati erogati 1,9 miliardi di euro nel triennio 2019-2021.

Casi simili in passato

Per quanto riguarda altri casi simili in Italia, possiamo fare riferimento alla crisi economica del 2008 quando il Prodotto Interno Lordo (PIL) è diminuito dell’ 1,2%. Il PIL è una misura statistica che rappresenta la ricchezza prodotta dal paese in un anno e le sue variazioni indicano se un paese sta crescendo o impoverendo.

Dal 2008 l’ Italia è entrata in un periodo di forte impoverimento, in seguito nel 2010 c’è stata una crescita dell’ 1,7% del PIL.

Se invece ripensiamo al periodo del Coronavirus, si è dibattuto molto sulle conseguenze economiche e sociali e sulle misure più adeguate per contrastarne l’ impatto. Il distanziamento sociale ha determinato infatti pesanti ripercussioni sull’ attività economica e finanziaria del Paese, con la conseguenza che numerose famiglie si son trovate in difficoltà economica.

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