In Toscana GiovaniSI, le buone politiche giovanili

 “Diritti sociali significa casa, lavoro, diritto allo studio, diritto alla socialità e a una partecipazione alla vita della propria comunità, e questi sono temi, per noi di GiovaniSi, fondamentali, che portiamo avanti sin da quando abbiamo avviato il progetto”  queste le parole di Chiara Criscuoli, responsabile del progetto Giovani Si della Regione Toscana presentato al Consiglio d’Europa nella prima settimana di novembre nel cuore della tenuta di San Rossore a Pisa. 

“Giovanisi” è il progetto virtuoso dell’amministrazione regionale toscana che coniuga le istanze dei giovani e la formulazione di diverse politiche giovanili in un unico sistema ingrato. Un progetto legato all’autonomia giovanile considerato un modello in Europa fondato su formazione, casa, lavoro, partecipazione alla vita sociale grazie all’opportunità del servizio civile, che ha messo a disposizione circa 400 milioni di euro in 3 anni per il sostegno alle assunzioni, sostegno agli affitti per tutti i giovani domiciliati nella regione e l’avvio di 800 nuove imprese. La particolarità delle misure adottate è che provengono da un percorso di dialogo strutturato che ha raccolto dal basso le esigenze dei giovani della società civile e le ha trasformate in politiche attive per tutti i giovani del territorio. Prima del progetto “giovanisi, infatti, la Regione Toscana attraverso il programma sulla partecipazione giovanile”Filigrane”, ha avviato una consultazione con i giovani per chiedere cosa avrebbero voluto che una regione facesse per farli diventare autonomi. Il documento che è uscito dalla consultazione è stato la base di partenza per la realizzazione di “Giovanisi”.
Questo progetto rappresenta una buona prassi che fa scuola nel paese, garantendo ad oggi l’accesso ai diritti sociali a un numero sempre crescente di giovani. Paese, il nostro, che di iniziative per i giovani parla da sempre, ma mai concede lo spazio reale per raccogliere le istanze, le richieste e le esigenze di chi quelle misure dovrà poi utilizzarle.

Ma la Regione Toscana non si è fermata all’applicazione di questo fortunato progetto, attraverso il seminario realizzato a San Rossore, infatti, l’amministrazione si è voluta confrontare con le altre buone prassi italiane ed europee, in un occasione per dialogare e ricevere stimoli, idee e ispirazioni per nuovi progetti, per accrescere le conoscenze e studiare nuovi modelli di politiche giovanili. Durante questo incontro gli organizzatori del progetto hanno posto le basi per stabilire relazioni e partnership nuove tra organizzazioni del terzo settore, organizzazioni giovanili e istituzioni per costruire insieme iniziative da presentare all’Europa in un sistema di progettazione che veda legati anche ambiti regionali diversi. Un modello di dialogo strutturato che vede al centro la partecipazione attiva dei cittadini.
La Toscana dimostra, con questo modello virtuoso di dialogo verticale dal basso verso l’alto, che quando la società civile partecipa e trova spazio ed ascolto la possibilità di cambiamento e sviluppo si fa concreto. Non ci resta che dire, Giovani Si!

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