L’Unione Sovietica invade l’Afghanistan

unione sovietica prende il controllo dell'Afghanistan

Il 27 Dicembre 1979 l’ Unione Sovietica invade l’ Afghanistan e Babrak Karmal sostituisce il presidente assassinato Hafizullah Amin

L’invasione dell’Afghanistan da parte dell’URSS inizia il 24 dicembre del 1979. In quegli anni il paese asiatico viveva in equilibrio tra la società civile e le figure religiose, i mullah. Equilibrio che si rompe nel 1978 quando un colpo di stato organizzato dal Partito Democratico Popolare dell’Afghanistan, il presidente progressista Mohammed Daoud Khan venne assassinato. Il PDPA seguì una politica socialista, attuando la riforma agraria, riconosceva il diritto di voto alle donne e proibiva l’uso del burqa. Le autorità religiose organizzarono un’opposizione armata guidata dai combattenti per la fede, i mujaheddin. Il governo guidato da Taraki reagì duramente, facendo intervenire l’esercito contro l’opposizione. In questo periodo fanno la loro comparsa sul teatro afgano L’URSS, che inviò dei consiglieri militari, e Stati Uniti, attraverso materiali bellici per armare i mujaheddin in chiave anti-sovietica. Tutto precipita il 14 settembre del 1979 quando il potere viene preso da Amin e Traki viene assassinato. Amin aumentò la persecuzione contro gli islamici e si rifiutò di allearsi con i sovietici.

L’uccisione di un consigliere sovietico il dicembre del 1979 diede il pretesto a Mosca per intervenire, anche per timore che il fondamentalismo islamico arrivasse nelle altre repubbliche sovietiche. Il 27 dicembre l’Armata Rossa entra nella capitale Kabul, Amin veniva ucciso e sostituito da Babrak Kamal. Inizava un’occupazione che finirà nel 1989. L’Afghanistan viene considerato il “Vietnam russo”per le dinamiche e i risvolti che ebbe questo conflitto nella storia ormai alle battute finali dell’Unione Sovietica.

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