Hollywood Babilonia, tutti gli orrori del cinema

Un film su Marilyn Monroe torna a puntare i riflettori su un secolo di delitti e scandali a Hollywood, culla del cinema. Raccontati in due libri.

Inizierebbero a breve le riprese di “Blonde”, basato sulla biografia di Marilyn Monroe scritta da Joyce Carol Oates. Il film è prodotto dalla Plan di Brad Pitt e diretto da Andrew Dominik. Per il ruolo principale sarebbe in pole position Jessica Chastain.

Rimozione salma MarilynLa barella con il corpo della diva che viene rimosso dalla camera da letto della sua casa, al 12305 di 5th Helena Drive, a Brentwood, dove il suo psichiatra l’ha trovata morta alle 4 del mattino del 5 agosto 1962; il suo volto compostissimo, avvolta in una coperta bianca sul tavolo dell’obitorio, sono fotogrammi dell’immaginario collettivo del ‘900. Così come le immagini del massacro del 10050 di Cielo Drive, dove, la notte tra l’8 e il 9 agosto 1969, un’altra stella lucente di Hollywood, Sharon Tate (all’ottavo mese di gravidanza), viene massacrata a coltellate nella sua villa di Beverly Hills, insieme ad altre tre persone, dai seguaci di Charles Manson. Nello stesso momento, il marito dell’attrice, Roman Polanski, è a Londra per seguire la post-produzione di “Rosemary’s baby”, tuttora uno dei capisaldi del cinema “satanico”.

Il lato oscuro del firmamento cinematografico ha attirato a più riprese l’attenzione di Kenneth Anger, uno dei pionieri del cinema sperimentale. Seguace di Aleister Crowley, l’esoterista inglese che, negli anni’10, definì Hollywood “una banda di maniaci sessuali, pazzi di droga”, Anger ha raccolto in due libri i casi più atroci che hanno segnato un secolo di vita della “città delle stelle”: “Hollywood Babilonia”, pubblicato in francese nel 1960 e stampato in inglese solo nel 1975, seguito da “Hollywood Babilonia II”, nel 1986.

Theda Bara
Theda Bara

Alla fine degli anni’10, la futura mecca del cinema è una distesa di terreni a buon mercato attorno alla Babilonia di gesso e cartone che, nel 1915, David W. Griffith ha voluto ricostruire lungo Sunset Boulevard per girare “Intolerance”. Un gruppo di uomini d’affari di Los Angeles ha impiantato lì una serie di strutture per girare film economici in serie, cercando di sfruttare il business relativamente nuovo del “cinematografo”, che sembra offrire discreti margini di profitto. A recitare davanti alla cinepresa, nella migliore delle ipotesi sono veri attori che hanno imparato il mestiere a teatro. Ma in molti casi si tratta di ragazzotti che hanno già fatto mille mestieri o congedati dall’esercito e di ragazze arrivate a Los Angeles dalla provincia per fare le commesse o le dattilografe e che hanno deciso, più o meno autonomamente, di tentare la sorte. Improvvisamente, gli uomini d’affari che, con tiepido entusiasmo, si sono imbarcati nell’impresa sperando almeno di non rimetterci, si accorgono di qualcosa di strano. In tutto il Paese (e fuori), le file per entrare nei cinema si ingrossano sempre più. E l’entusiasmo verso i protagonisti dei film diventa sempre più caldo. Gli attori iniziano a ricevere lettere di ammiratori in quantità impressionante. Anche i grandi nomi del palcoscenico sono ammiratissimi, ma nel buio della sala, le scenografie esotiche, i costumi sgargianti, le espressioni enfatizzate dai primissimi piani (impossibili a teatro), stregano milioni di persone contemporaneamente in tutto il mondo. Gli attori diventano divi. La prima femme fatale-dark lady dello schermo è Theda Bara. Il suo vero nome è Theodosia Goodman ed è figlia di un sarto di Cincinnati. La sua fisionomia oggi ci appare altamente improbabile. Ma al cinema diventa Salomè, l’archetipo della vamp. E’ nata la finzione dello schermo. E’ nata Hollywood.

Sono ben pochi però i divi che riescono a gestire l’inaspettato e travolgente successo. Iniziano a diffondersi la cocaina, l’abuso di alcol, insieme a quella vaga sensazione di essere davvero delle divinità. E appena una star cade, meritatamente o meno, in disgrazia, la stampa è pronta ad avventarsi sulla preda.

Roscoe Fatty Arbuckle
Roscoe Fatty Arbuckle

Il primo grande scandalo che scuote lo star system riguarda Roscoe “Fatty” Arbuckle, idolo incontrastato dei bambini. Ex-apprendista idraulico, Arbuckle, dal 1913 è il più importante comico d’America con Chaplin e Buster Keaton. 120 kg di peso uniti ad un’agilità straordinaria, una grande mimica, nel 1917 guadagna 5mila dollari alla settimana. Oltre che sulla scena, si scatena anche in feste con decine di ragazze pagate mille dollari a testa. Ma alle 3.30 del 6 settembre 1921, al 12° piano del St. Francis Hotel di San Francisco, nel corso dell’ennesimo party scatenato, dall’appartamento 1221 escono grida laceranti. La 25enne attrice Virginia Rappe è agonizzante sul letto. Sembra essere stata schiacciata da un peso enorme. Prima di entrare in coma sussurra: “E’ stato Fatty Arbuckle… fate che non la passi liscia”. Muore di peritonite il 10 settembre. Durante il processo ad Arbuckle per violenza carnale e omicidio, i giornali aprono il bombardamento: sembra che una bottiglia sia esplosa all’interno del corpo della vittima e che le prove siano state fatte sparire, su intervento dei produttori che hanno investito milioni sul comico. A Thermopilis, nel Wyoming, un gruppo di cow-boys estrae le pistole e crivella lo schermo su cui viene proiettato un film di Fatty. Anche se assolto con formula piena, anche per la totale assenza di prove, l’ex-beniamino delle famiglie americane non riesce a cancellare l’inchiostro dei titoli infuocati e le stranezze accadute quella notte all’ospedale intorno al corpo della ragazza. Muore in miseria nel 1933.

Gloria Swanson e Joseph Kennedy anni '20
Gloria Swanson e Joseph Kennedy anni ’20

La decadenza di Hollywood è illustrata con grande efficacia in “Viale del tramonto” di Billy Wilder (1949), con William Holden, Gloria Swanson, Erich von Stroheim. Un litigio tra questi ultimi due grandi attori, chissà, potrebbe aver seriamente influito sula storia americana (e quindi mondiale). Negli anni ’20, Gloria è l’amante del banchiere Joseph Kennedy, padre di John F. e di Robert. All’epoca “Joe” Kennedy mira a monopolizzare l’industria cinematografica di Hollywood, impossessandosi di tutti gli studios più importanti. Nel 1928, la sua protetta Gloria è in lite con von Stroheim, che la sta dirigendo nel film “The Swamp”. La trama di per sé, non è molto rassicurante: un’ex-educanda eredita la gestione di un giro di bordelli africani. Inoltre, la protagonista accusa il regista di voler trasformare il film in un tale catalogo di perversioni da farlo bloccare dalla censura. Kennedy interviene personalmente sulla produzione, ma è tutto inutile. Il film viene cancellato e “Joe” prende una batosta da 800mila dollari. Dopo un altro paio di fiaschi di Gloria,  perderà per sempre la voglia di fare cinema e indirizzerà se stesso e la propria famiglia verso la politica. Gloria Swanson, futura imprenditrice di successo, accuserà sempre l’ex-amante di averla lasciata con una montagna di conti da pagare.

Sull’altro versante dello schieramento politico americano, Kenneth Anger ne ha anche per Ronald Reagan, che da leader democratico del Sindacato attori degli anni ’50, si trasformerebbe gradualmente in repubblicano tramite l’influenza della consorte Nancy.

Hollywood non è stata soltanto una lunga fila di ville, di cacciatori di autografi fuori agli studios, di comparse tenute a bada dagli aiuti-regista, di Limousine che arrivano alle prime. La capitale del cinema è anche una lunga, lunghissima fila di ambulanze, ultima inquadratura prima della dissolvenza in nero su vite vissute, consumate, dissipate, bruciate interamente sotto i riflettori, tra feste sfarzose (spesso destinate a diventare orge), droga, alcol, psicofarmaci, mitomania, scandali, delitti, aule giudiziarie.

Errol Flynn
Errol Flynn

Olive Thomas, James Dean, Jayne Mansfield, John Belushi, l’elenco delle “vittime” è sconfinato (leggere per credere), così come quello dei casi giudiziari clamorosi, da Charlie Chaplin condannato a mantenere una figlia non sua; a Lana Turner, la cui figlia 15enne, il 4 aprile 1958, uccide l’amante della madre, il gangster Johnny Stompanato; ai processi per droga e ricoveri per alcolismo di Robert Mitchum. Chi invece uscirà indenne, anzi rafforzato da uno scandalo è Errol Flynn. Accusato di stupro con accuse che fanno acqua da tutte le parti, l’eroe del cinema d’avventura affronta un lungo processo alla fine del quale si scoprirà che la sua unica colpa è quella di non aver voluto cedere a un ricatto. Una delle poche eccezioni alla regola spiegata da Anger nel suo libro: “I fan adoravano, ma erano volubili e se le loro divinità mostravano di avere i piedi di argilla le abbattevano senza pietà. Tanto, a un passo dallo schermo, c’era sempre una nuova stella in attesa di sorgere”. Dopo la grande prova di forza e di carattere dell’attore invece, nell’esercito, per incitare i soldati, verrà adottata l’espressione: “Dacci dentro come Flynn”.

 

 

 

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