“InMotion”: quando tecnologia significa rinascita

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Il 10 Febbraio sono stati presentati presso il laboratorio di analisi del movimento e robotica del Bambino Gesù, con sede a Santa Marinella, due nuovi dispositivi per la neuroriabilitazione: InMotion “Arm e Hand” e InMotion “Wrist”, donati dalla Fondazione Roma.

Movimento, evoluzione, dinamicità: ogni singola espressione della più banale emozione ed ogni tipologia di aggregazione o socializzazione sono dettate da queste tre fondamentali parole. In Italia la casistica di bambini con deficit delle funzioni motorie e della deambulazione è molto ampia: sul territorio nazionale infatti quelli colpiti da paralisi cerebrale sono 200 mila, di cui 20 mila solo nel Lazio.  Leggendo questi dati viene spontaneo chiedersi se sia possibile vivere in modo appagante essendo spettatori e non attori della propria esistenza fin da piccoli.

Questa e altre domande hanno trovato una risposta univoca nella realizzazione di alcuni sistemi robotici fondamentali per la neuroriabilitazione del bambino, funzionanti presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che ancora una volta, dopo l’arrivo dei supereroi mascherati giù dai tetti per permettere ai più piccoli meno fortunati di festeggiare il carnevale, si rende indiscusso protagonista di “vitali” iniziative.

Nello specifico, nella giornata del 10 Febbraio, sono stati presentati al pubblico due nuovi dispositivi che vanno ad arricchire la dotazione tecnologica del MARLab, il laboratorio di analisi del movimento e Robotica dell’Ospedale, attivo dal 2011 nella sede di Santa Marinella: i sistemi “InMotion Arm e Hand” e “InMotion Wrist”, gentilmente donati dalla Fondazione Roma.

Tornare ad afferrare e manipolare oggetti: è perciò questo lo scopo dei dispositivi “InMotion”, i primi di questo tipo ad essere installati nel Lazio; si tratta di robot di ultima generazione progettati appunto per consentire il recupero della funzionalità dell’arto superiore nei pazienti con disabilità motorie dovute a danni neurologici, congeniti o acquisiti.

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“Arm e Hand” (cioè braccio e mano) e “Wrist” (polso),  possono essere adattati quindi alle difficoltà funzionali durante la crescita, a partire dall’età di 3 anni, e consentono di applicare i più moderni principi di apprendimento motorio, supportando e correggendo i movimenti delle braccia dei piccoli pazienti.

In particolare “Arm e Hand” consente l’alloggiamento dell’avambraccio e della mano e interagisce con i tentativi di movimento del paziente, guidando l’evoluzione della spalla e del gomito, indispensabili per raggiungere gli oggetti, e le dinamiche di apertura e chiusura della mano, necessarie per compiere l’azione di prendere e lasciare. “Wrist” al contrario, interagisce con i movimenti del polso e si integra al precedente modulo: per afferrare gli oggetti infatti è indispensabile il corretto orientamento della mano.

“Siamo lieti”- dichiara il Presidente della Fondazione Roma, il Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, “di proseguire la nostra collaborazione con il MARLab dell’Ospedale Bambino Gesù. Dopo il progetto Lokomat, che ha consentito a bambini con disabilità motorie di tornare a camminare, questa volta ci siamo focalizzati sui deficit degli arti superiori, che limitano gravemente l’autonomia personale e la partecipazione scolastica e sociale dei piccoli pazienti. Questa iniziativa conferma la vicinanza della Fondazione Roma al mondo dell’infanzia e la sua attenzione nei confronti della salute, un impegno troppo spesso dimenticato dai media”.

Mettere  da parte ogni perplessità o paura sulla perdita del lavoro individuale e sulla marginalizzazione della persona con il mondo della robotica che avanza è perciò sinonimo di riacquistata felicità, nella misura in cui la tecnologia e l’uomo cooperano conquistando la possibilità di una definitiva rinascita.

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