Ricomincia la tiritera Totti in nazionale

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Totti è sempre motivo di dibattito, anche in azzurro. Riflessioni sparse tra campionato e nazionale.

Ogni volta c1971059-francesche la nazionale italiana di calcio si avvicina ad un campionato, europeo o mondiale, c’è una costante che non può mancare da sette anni a questa parte: Totti deve essere convocato? La risposta io ce l’ho ma me la tengo per la fine. Totti è uno dei campioni del mondo del 2006. Ha vissuto i suoi migliori anni in azzurro forse però agli europei del 2000 in cui si è districato bene nella staffetta con Alessandro Del Piero, all’epoca considerato la stella di quella nazionale. Memorabile il rigore battuto con il “cucchiaio” in semifinale contro l’Olanda. Tra i momenti bassi va segnalato invece lo sputo a Poulsen durante gli europei di quattro anni dopo in Portogallo. L’Italia naufragò insieme a Totti che doveva consacrarsi a livello nazionale in quella kermesse.
Ritornando ai mondiali del 2006 ci arrivò grazie alla grande stima che il ct Marcello Lippi riservava al numero 10 romano. Pochi mesi prima della partenza per la Germania infatti Totti aveva subito un brutto infortunio in campionato. Tralasciamo i vari speciali giornalistici sulla caviglia e le viti che vi furono applicate. Totti giocò il mondiale, non potè fare il massimo, ma la responsabilità non fu certo sua. Non sali con la pistola sull’aereo degli azzurri. Da ricordare qualche buona giocata e il rigore contro l’Australia negli ottavi di finale. La classe e la forza di Totti non si discutono e non vorrei neppure parlare di tutto quello che ruota intorno al suo personaggio. Restando nel tema di questo post, ogni volta al ct di turno della selezione nazionale viene fatta la fatidica domanda: porterà Totti? Totti ha lasciato la nazionale nel 2006, dichiarando che si sarebbe dedicato alla Roma a tempo pieno, che con il passare degli anni gli acciacchi e gli infortuni aumentano e voleva evitare carichi supplementari. Verrebbe da pensare che dopo aver vinto un mondiale un calciatore forse perde pure un po’ di motivazione, dentro di se pensa che con la propria nazionale non potrà raggiungere un risultato più grande. Forse Totti paga pure quell’atteggiamento malsano che hanno molti tifosi italiani di dare la precedenza al proprio club rispetto alla nazionale, il contrario di quello che accade ad esempio in Argentina. Forse è colpa di certe dichiarazioni sue, come quelle che considerano la vigilia di un quarto di finale di Champions League più emozionante rispetto alla notte prima di una finale della coppa del mondo. Basta che Totti fornisca una buona prestazione in campionato che il quesito si manifesta di nuovo sui giornali e i servizi televisivi nostrani.
Il prossimo anno Totti, in occasione dei mondiale del Brasile avrà 38 anni. Le domande da fare sono: un movimento calcistico serio può fare affidamento su un quasi quarantenne? E’ giusto che vada pure chi non ha contribuito alle qualificazioni?
Io credo che ad un mondiale debbano andare i più forti, non conta l’età o se si è scesi sui campi di patate in Armenia o Malta. Conta la condizione in quel mese in cui si ci gioca tutto.
Io non ho nessuna preclusione a priori nei confronti di Totti ma ho dei dubbi. Bisogna vedere appunto come arriverò al maggio prossimo. Siamo sicuri che anche se in forma sia più forte e funzionale alla squadra di un Giuseppe Rossi o Balotelli? Sarebbe un clamoroso ritorno ma preferisco quei ritorni in cui il figliol prodigo non sia uno che ha chiuso una porta importante, come quella che ti permette di rappresentare la propria nazione, con motivazioni che fanno dubitare sul reale attaccamento ad una maglia, quella azzurra.

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