Maxi sequestro all’ex boss della Banda della Magliana Diotallevi

A Roma si torna a parlare di Banda della Magliana. La Guardia di finanza e i carabinieri del Ros con un blitz hanno effettuato un maxi sequestro di beni del valore di 25 milioni a Ernesto Diotallevi, ritenuto dagli inquirenti capo storico della banda che ha segnato la storia criminale di Roma e del Lazio.

Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal presidente del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione distrettuale antimafia e ha riguardato quote societarie, capitale sociale e patrimonio aziendale di sette società di capitali, attive nel settore della compravendita di immobili, della costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive, del commercio di energia elettrica, dei trasporti marittimi e delle holding impegnate nelle attività gestionali; di una società liberiana, titolare di una lussuosa villa sull’Isola di Cavallo, in Corsica; di nove veicoli, tra auto e moto; di 42 immobili tra cui una lussuosa abitazione di quattordici vani e mezzo a piazza Fontana di Trevi, nel cuore di Roma, e un complesso turistico di villette a schiera a Olbia. Coinvolti insieme a Diotallevi anche la moglie Carolina Lucarini, i figli Mario e Leonardo e alcuni prestanome.

Per accumulare un simile patrimonio è probabile che Diotallevi abbia negli anni fatto carriera e la sua gestione delle attività lucrose nel Lazio pare abbia colpito diversi boss mafiosi siciliani, come dichiarato da più pentiti. Sull’intrecciarsi dei due corpi delinquenziali e sul ruolo giocato da Diotallevi continuano a indagare in maniera congiunta Guardia di Finanzia e carabinieri di Ros, che hanno dichiarato di aver trovato riscontro del rapporto tra Diotallevi e mafia in numerosi atti giudiziari, che ripercorrono trent’anni di storia criminale italiana, dal 1981 al 2013. Da qui il nome “Operazione trent’anni” assegnato all’indagine.

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