Cervelli in fuga: per Insead Italia fanalino di coda

Il 26 Novembre, a Singapore, è stato presentato il Global Talent Competitiveness Index, pubblicato dalla business school Insead per il gruppo Adecco, e come ogni anno, oggi più di prima, viene ribadito l’enorme differenziale che esiste tra il nostro paese e il resto dell’Europa nella capacità di attrarre, sviluppare e conservare i “cervelli in fuga” sul mercato del lavoro.

La ricerca analizza 103 paesi in base a sei criteri principali, poi successivamente scomposti in 48 variabili: agevolazi (benefit, finanziamenti), attrazione, crescita, “ritenzione”, competenze lavorative e professionali, competenze di conoscenza globale.

La buona notizia è che la zona Euro riesce a battere America e Asia nel ranking di “competitività dei talenti”, con otto posizioni su dieci nella top ten mondiale: Svizzera (1°), Danimarca (3°), Svezia (4°), Lussemburgo (5°), Paesi Bassi (6°), Regno Unito (7°), Finlandia (8°) e Islanda (10°). L’Italia si attesta al 36° posto: peggio delle europee Spagna, Cipro, Polonia, Estonia, Rep. Slovacca, Malta, Montenegro e Slovenia, senza considerare che siamo dietro al Cile, alla Korea, alla Qatar o Israele, e addirittura 20 o 30 gradini sotto Regno Unito, Svizzera o Islanda. Si tratta di un’amara consolazione per il nostro Bel Paese, che ad oggi (a questo punto ci si domanda a quale titolo) è membro del G8.

L’Italia è valutata con un punteggio di 51.64, contro la media di 58.40 registrata tra le nazioni con livello di ricchezza simile, ma che rispetto ai grandi paesi la fanno scivolare nelle retrovie dei primi 40 paesi nel mondo. I parametri più disastrosi sono riferibili alle opportunità che si offrono ai giovani dopo la loro formazione: le pagelle di apertura internazionale, opportunità professionali e rapporto uomo/donna sul luogo di lavoro, facendo scivolare il sistema Italia alla 79° posizione (su 103). Tra gli ulteriori “nei” vi è l’elevatissimo digital divide, che non solo identifica nel 25% della popolazione l’assoluto analfabetismo informatico, ma dimostra come oltre il 50% del paese non è raggiunto da internet veloce.

Infine ultima nota che identifica l’Italia come uno dei paesi al mondo più contraddittorio che vi sia, difatti il nostro paese è al 95° e 96°  posto (sempre su 103 paesi) per occupazione giovanile e rapporto tra produttività e pagamento salariale, ma compensa con una qualità della vita elevata, risultando il 18° paese al mondo. Ma è sull’innovazione che arriva il colpo di scena, difatti con un punteggio di 88.31 l’Italia è il terzo paese al mondo per lo sviluppo di nuovi prodotti e attività imprenditoriali. Peccato che poi l’ecosistema economico fa scappare i nostri giovani, o penalizza le loro attività.

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