Giovanni Leone si dimette

Il 15 giugno 1978 Giovanni Leone si dimette dalla carica di Presidente della Repubblica.

Dopo la laurea in Giurisprudenza, Giovanni Leone, intraprese una brillante carriera come professore universitario. Nel 1944 si iscrisse alla Democrazia Cristiana e subito dopo fu eletto Deputato. Tra il 1955 e il 1963, Leone fu Presidente della Camera dei Deputati e subito dopo fu Presidente del Consiglio dei Ministri, carica che ricoprì anche nel 1968. Nominato da Saragat Senatore a vita, divenne il sesto Presidente della Repubblica dopo ben 23 scrutini nel 1971. Nel 1978 fu accusato dai radicali Pannella e Bonino di essere coinvolto nello scandalo delle tangenti della Lockheed, l’azienda americana che produceva aerei militari. Le accuse coinvolsero anche la sua famiglia e Leone a tale proposito non fece alcuna dichiarazione. In questo clima di tensione avvennero il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro e il PCI chiese al Presidente di dimettersi. Leone stesso aveva pensato a dimettersi visto l’aumentare delle accuse a suo carico. Annunciò le sue dimissioni il 15 giugno 1978 con un messaggio trasmesso in televisione. Tornò quindi a svolgere il ruolo di Senatore e la sua attività fu caratterizzata dal tentativo di riforma del codice di procedura penale. Fu in questi anni che gli venne riconosciuta l’estraneità rispetto allo scandalo che lo aveva colpito e ricevette delle pubbliche scuse da parte dei radicali.

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