Il 17 settembre 1994 muore Karl Popper, filosofo politico naturalizzato britannico, difensore della democrazia e forte oppositore dei totalitarismi
Karl Popper nasce il 28 luglio 1902 a Vienna da una famiglia della media borghesia di origini ebraiche. Nella prima gioventù resta attratto dall’ideologia marxista, tanto da entrare a far parte dell‘Associazione degli Studenti Socialisti prima e diventando poi membro del Partito Socialdemocratico Austriaco. Deluso però dalle restrizioni filosofiche imposte dal materialismo storico di Marx, Popper abbandona la sua scelta, avvicinandosi al liberalismo sociale, di cui sarà sostenitore fino alla morte.
Viene ammesso come assistente sociale all‘Istituto Pedagogico di Vienna, dove esce abilitato nel 1927, da lì comincia a lavorare per un certo periodo presso la clinica di consulenza per l’infanzia Alfred Adler. Nel 1928 si laurea in filosofia presso l’Università di Vienna con lo psicologco Karl Buhler e l’anno seguente ottiene la qualifica di insegnante di matematica e fisica nelle scuole medie dove insegnerà dal 1930 al 1936. Dopo l’occupazione nazista dell’Austria, per la sua origine ebraica, emigra in Nuova Zelanda dove insegna dal 1937 al 1945 al Canterbury Universisty College di Christchurch. Durante questi anni scrive due dei libri fondamentali del suo pensiero La società aperta e i suoi nemici e Miseria dello storicismo, opere nate dal bisogno di dare una risposta all’accettazione dell’Europa delle più bieche forme di totalitarismo.
Finita la guerra, è chiamato alla London School of Economics dove accetta il lettorato di logica e poi di metodologia, mentre nel 1949 diventa professore ordinario e dopo capo del Dipartimento di Filosofia che lascia nel 1969. Resta tuttavia intellettualmente attivo fino all’anno della sua morte, nel 1994, ricevendo poi numerosissimi riconoscimenti per la sua attività di ricerca e la levatura morale, dalla nomina a membro della Royal Society fino all’investitura del titolo di baronetto nel 1965.
