Il 24 ottobre 1956 le truppe dell’Armata Rossa già di stanza in Ungheria, contrastarono i manifestanti che chiedendo maggiori libertà avevano chiamato Imre Nagy al governo
Anche in Ungheria sull’onda della destalinizzazione, che aveva portato alla riabilitazione di Gomulka in Polonia e alla richiesta di maggiore autonomia dei paesi dell’Europa orientale dall’URSS. Il 23 ottobre 1956 iniziò a Budapest una manifestazione pacifica di studenti che ben presto si trasformò in una vera e propria rivolta contro la dittatura di Rakosi e che chiedeva elezioni pluripartitiche. Quando i manifestanti distruggono la statua di Stalin e il corpo di polizia ÀVH comincia a sparare sui manifestanti, intervengono i militari sovietici che già si trovavano in territorio ungherese. Gli scontri si fanno ancora più aspri e i civili si impadroniscono di una fabbrica di armi. Si arriverà a una tregua e alla nomina da parte del Partito ungherese dei Lavoratori del nuovo Primo ministro Imre Nagy. Opponendosi a ciò l’URSS decide di far intervenire i carri armati dell’Armata Rossa che spareranno sulla resistenza operaia. Il 7 novembre verrà restaurato in Ungheria il governo filo-sovietico con Kadar. Nagy verrà consegnato ai sovietici e impiccato due anni dopo. Si conteranno 2652 vittime ungheresi e 720 sovietici.