Moda e maschere, da Leopardi a Instagram

Moda e maschere, una riflessione in bilico tra la finzione e la rivelazione, fra il nascondersi e il mostrarsi per quel che si è. Qual è la strada che compie la moda?

Leopardi scrisse un dialogo molto ironico e veritiero nelle sue Operette morali: “La moda e la morte”, considerandole come sorelle unite dal sottile destino della caducità. Come la morte insegue la vita, così la moda il susseguirsi di abitudini, di vezzi e lussi che le persone continuano a ricercare e cambiare nel corso della loro esistenza.

moda e maschere

La moda costringe, quindi, gli uomini a rincorrere ideali, a cambiare la propria routine, talvolta rendendola meno sana e portando le persone sulla scivolosa strada dell’apparire, piuttosto che dell’essere, rendendo tutto più faticoso e insalubre. Così la moda faciliterebbe il lavoro alla morte ed è per questo che sono sorelle.

Partendo dal genio di Leopardi e dalla sua spaventosa modernità, è avvenuta la riflessione sulla questione della moda e le maschere, che accompagna il nostro editoriale su Openmag.

È vero, gli abiti sono da sempre sovrastrutture e maschere per eccellenza, ci ricordano da quale status sociale veniamo, ci rendono più o meno accattivanti, esaltano la nostra figura o il nostro carisma, ci nascondono dallo sguardo altrui o alimentano il nostro egocentrismo.

Ma fin dove siamo disposti a spingerci per mascherare la realtà e far partire la pellicola della finzione a suon di profili social e filtri Instagram? Quante abitudini siamo disposti a cambiare, partendo dalla mania di mangiare vegan, veggie, fino ad arrivare a nutrirci di vapori e radici perché è la moda del momento?

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Influencers della “vita sana” su Instagram

Quanto è bello fingere di trovarci in luoghi strepitosi con in mano la nuova tracolla Gucci e le scarpe di Manolo Blahnik mentre invece si è sdraiati sopra il divano?

La moda ci rende simili o ci differenzia, dipende da che strada vogliamo scegliere. Certo è che il rischio di indossare una maschera è sempre molto forte, soprattutto per essere accettati da un mondo che ha avuto sempre paura del diverso. E poi, diciamoci la verità, l’approvazione e i like su Facebook ci rendono più contenti di un dissenso o di una ricerca di se stessi attraverso il proprio stile.

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Così infatti la Moda va a canzonare la Morte del dialogo di Leopardi, poc’anzi citato, e queste parole appaiono davvero profetiche:  “ Anzi generalmente parlando, io persuado e costringo tutti gli uomini gentili a sopportare ogni giorno mille fatiche e mille disagi, e spesso dolori e strazi, e qualcuno a morire gloriosamente, per l’amore che mi portano. Io non vo’ dire nulla dei mali di capo, delle infreddature, delle flussioni di ogni sorta, delle febbri quotidiane, terzane, quartane, che gli uomini si guadagnano per ubbidirmi, consentendo di tremare dal freddo o affogare dal caldo secondo che io voglio, difendersi le spalle coi panni lani e il petto con quei di tela, e fare di ogni cosa a mio modo ancorché sia con loro danno.”

Ma cosa avrebbe detto il caro Leopardi dell’usanza di crearsi una vita parallela per creare invidia e business? Cosa avrebbe detto di un filtro instagram, nuova maschera modaiola per eccellenza?

Non spaventiamoci è così che va, le maschere ci son sempre state, sotto diverse forme e aspetti. E la moda è sempre stata uno svelamento e un mascheramento continuo, una lotta tra chi lo stile lo crea e lo fa proprio e chi vi si rifugia.

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Perché una maschera ci protegge sempre, o se vogliamo rimanere in termini fashionisti, come diceva Coco Chanel : “Nessuno ti farà sentire protetta come un cappotto di cashemire e un paio di occhiali neri”.

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