Lunga vita al pop! Frida Kahlo tra riscoperta e mercificazione

Lunga vita al pop! Frida Kahlo tra riscoperta e mercificazione

Cos’hanno in comune Frida Kahlo e il marketing? Ecco un breve punto di vista sulla trasformazione di simboli, personaggi e artisti nell’epoca della cultura pop.

Il marketing non si fa sfuggire nulla, dalla “Rolling Stones tongue“, diventata protagonista di t-shirt e tatuaggi, alla commercializzazione delle immagini dei personaggi famosi più diversi tra loro (“Che Guevara chi, quello delle magliette?”, scherzavano Ficarra e Picone nel film “Nati stanchi”).

Osserva, crea e trasforma personaggi e volti legati all’ambiente culturale, storico, artistico in vere e proprie icone pop, da portare sempre con sé. Ecco cosa è accaduto anche con Frida Kahlo, pronta per esser trasformata in icona del nuovo millennio.

Indipendente, passionale, forte e carismatica. La vita di quest’artista esercita già di per sé un’attrazione simile a quella di una calamita, in un periodo storico nel quale le emozioni sono diventate il fulcro della quotidianità. E, in un’ottica di marketing sempre più emozionale, la pittrice messicana sembra esser diventata la protagonista perfetta di un processo di riscoperta collettiva.

Fridamoji

Non c’è bisogno dunque di arrivare fino a Ocotlán de Morelos, nel Sud del Messico, per trovare una rediviva Frida Kahlo che cucina e serve pollo in una bancarella del mercato della città. Negli ultimi tempi sono stati infatti tanti i casi in cui l’artista è diventata un “marchio” impresso su prodotti di uso quotidiano. Ad esempio nella serie di emoticon lanciate sui social.  Le Fridamoji sono così diventate un must per i tanti “fan” e per quanti hanno scoperto chi fosse la donna dalle sopracciglie folte e lo sguardo deciso.

Frida con la scimmietta, Frida che saltella con il suo alter ego.. 160 diverse raffigurazioni nelle quali diventa un “trend” quasi virale.

E questo è solo l’ultimo caso dei tanti che hanno contribuito a promuovere un’immagine rinnovata e originale di un’artista estremamente poliedrica.

Frida pop

Per le vie di Roma, a Trastevere ad esempio, non è infatti insolito trovare negozi che vendano sneakers con la stampa di Frida Kahlo. Lo stesso se si naviga su diversi store online, dove la scelta si fa più ampia. Al centro di Roma è invece possibile cenare nel ristorante messicano “a casa di Frida”; e, ancora, gli articoli di giornale e gli approfondimenti sulla sua storia travagliata si rincorrono. Così il suo volto, incorniciato dai capelli scuri raccolti sulla testa attraverso delicate composizioni di fiori, appare sempre più spesso su borse, maglie, segnalibri e cover per cellulari.

Molte sono inoltre le storie nelle quali spicca un richiamo più o meno velato alla pittrice ribelle, come quella di Scarlett Costello, modella diciannovenne che ha deciso di lasciar incolte sopracciglia e ascelle. Il monociglio e la voglia di proporre un’idea di bellezza naturale, anticonvenzionale e ben distante dai canoni classici, evocano quindi subito immagine ed elementi della storia di quella “figlia della rivoluzione” che all’inizio del ‘900 suscitò clamore per la sua incredibile forza e i suoi atteggiamenti anticonformisti.

Il marketing sembrerebbe quindi aver trovato la sua nuova icona.

Ma un rischio, nascosto, c’è. Ed è quello che la trasformazione dell’immagine di Frida Kahlo possa banalizzare la complessità di quel personaggio sfaccettato che sta dietro una semplice riproduzione fotografica. E il dubbio è quello spesso ricorrente che assale quando si parla di marketing: ci troviamo davvero di fronte a una riscoperta o piuttosto ad una semplice mercificazione del personaggio?

Mentre la domanda aleggia intorno a questo e altri casi simili, il marketing continua tuttavia a lavorare a quel che gli riesce meglio: proporre nuovi messaggi in linea con i linguaggi del pubblico, così da coinvolgere consumatori sempre più esigenti e in cerca di esperienze da (ri)vivere in prima persona. Ecco quindi che se il pubblico chiede un personaggio come Frida, lo avrà.

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