Cos’è che ci fa innamorare dello sport? Una persona o un gesto bastano a far divampare il fuoco della passione verso questo fantastico mondo?
L’amore è un qualcosa di cui è difficile spiegare l’insorgenza, però qualcuno ci ha provato e l’ha spesso paragonato ad un fuoco che parte con una scintilla, ad una freccia che colpisce una persona e persino ad una malattia, descrivendone tutte le fasi. Ma quando ci si innamora dello sport, che succede?
Gesti tecnico-poetici
Probabilmente veniamo davvero colpiti da una freccia! Questa è forse la metafora per noi più adatta. Siamo portati ad avvicinarci ad uno sport, in generale, perché qualcuno o un gesto fatto ci rimangono impressi nella mente. Magari partiamo proprio dalla nostra metafora: il tiro con l’arco. Uno sport sicuramente poetico, che fa fantasticare molti di noi. Non è certo largamente praticato, eppure, se per caso dovessimo imbatterci in una competizione di questo sport, verremmo spinti a vedere come va a finire. Questo sport è fatto di eleganza, precisione, intelligenza e soprattutto calma. È un bell’ossimoro notare come il corpo del tiratore sia tutto teso a formare un tutt’uno con l’arco, mentre la sua mente deve rimanere calma e lucida. È il gesto sportivo e tutta la poetica che c’è dietro ad attrarci.
Protagonisti
Il gesto rimane impresso tanto quanto la persona che lo compie e ciò contribuisce a fa scaturire in noi quella famosa scintilla. Per esempio, come dimenticare il famoso “passaggio della borraccia” fra Coppi e Bartali. Un gesto che ha contribuito a far avvicinare molti al ciclismo, come ha contribuito a farci scoprire due grandi protagonisti di questo sport. Due campioni, due rivali, ma che in fondo sono innamorati di quello sport come la gente che li aspetta al bordo della strada per incitarli e che quindi si aiutano, pur di dare un po’ di suspance in più alla corsa.
L’amore per lo sport, quindi, è anche condivisione. Per esempio, di un atleta con chi lo guarda. Viene in mente in questo senso Maradona, che nel riscaldamento pre-partita, amava fare evoluzioni con la palla o persino balletti. “Diego, perché lo fai?” gli chiede un giornalista. “Perché io devo portare il sorriso alla gente!” risponde El Pibe de Oro. Amare il calcio e condividerlo e far gioire chi lo guarda, anche questo è amore.
Amore, condivisione e compagnia
Ma la condivisione è anche quella di un atleta con i compagni, tanto che questi divengono un’altra famiglia. Questa ad esempio è una metafora molto utilizzata nel rugby. Uno sport di squadra, in cui ogni giocatore guarda le spalle dell’altro, si sacrifica per l’altro, lo aiuta. Nei casi più spettacolari, una squadra rappresenta un’intera nazione e una cultura, come gli All Blacks. La nazionale neozelandese infatti, prima di ogni partita, canta la “Haka”, un antico canto Maori, che non vale solo come inno nazionale, è anzi una vera e propria preghiera, per chi la canta e per i compagni.
Ecco allora perché, spesso, ci innamoriamo di uno sport. Anche perché diviene amico e compagno delle nostre giornate fin da quando siamo piccoli. Quanti di noi hanno cominciato un corso in piscina o di danza o in palestra dicendo “Mamma, ma devo farlo per forza?”, per poi scoprirsi, adulti, a non saper fare a meno di esso? Siamo talmente innamorati di quello sport da decidere di praticarlo anche quando fa male, di farlo divenire metafora delle nostre vite e vivendo, in un certo qual modo, per quello. Di queste storie è infatti pieno il mondo sportivo, non c’è infortunio che tenga, età che sia troppo avanzata se l’amore continua a spingere l’atleta a dare di più in quel che fa.
Chi sono quindi gli innamorati dello sport?
Per dare una risposta apriamo una piccola parentesi linguistica.
Come vengono chiamati gli atleti di tutti i giorni? “Dilettanti”. Attenzione, perché dietro questa parola, che a volte viene usata in modo dispregiativo, si nasconde una piccola grande verità. Un “dilettante” è “colui che si diletta”, ovvero si diverte, prova gioia in quello che fa. Non è forse questa una forma d’amore? Provare gioia nel fare l’attività che, per l’appunto, amiamo? In inglese, addirittura, la terminologia definisce gli atleti non professionisti “amateurs”, ovvero “amatori”. Persone “innamorate”, nel vero senso della parola.
Ecco allora che tutti questi esempi mostrano (o dimostrano) che l’amore per lo sport può assumere diverse forme e può colpire persone diverse. Proprio come l’amore “classico”. Una forza di attrazione, aggregazione e di grande potenza che combinata allo sport, può raccontarci delle fantastiche storie e che soprattutto, appartiene a tutti.