Clima e tecnologia: l’inaspettato contributo dei social all’emissione di CO2

Clima e tecnologia: l’inaspettato contributo dei social all’emissione di CO2

C’è una fonte misconosciuta di produzione di CO2, a cui in molti raramente facciamo caso, che però, al pari di una utilitaria o di un aereo, immette nell’atmosfera anidride carbonica: i social media.

Compare The Market, una società che effettua servizi di comparazione ha creato un calcolatore automatico che mostra quanto inquinano i social.

Basta inserire i minuti che si passano ogni giorno sulle singole piattaforme ed in tempo reale è possibile vedere l’impronta ambientale che lasciamo con il nostro smartphone quando ci colleghiamo, spacchettata per ciascun social con un totale di emissioni, al giorno e all’anno.

Ma proviamo a fare un esempio.

Quali sono le piattaforme e quanti sono gli utenti dei social media più utilizzati al mondo?

  • Facebook: 2.797 miliardi di utenti attivi mensili.
  • YouTube: 2.291 miliardi di utenti attivi mensili.
  • Instagram: 1.287 miliardi di utenti attivi mensili.
  • TikTok: 1.200 miliardi di utenti attivi mensili

Ora consideriamo un utente medio che passi almeno sessanta minuti al giorno su ciascuna di queste piattaforme.

 

Il risultato ci riporta come un singolo utente in 4 ore giornaliere di utilizzo dei social, generi 294 grammi di CO2 equivalenti a 107 Kg all’anno.

 

(test effettuato con uno smartphone Galaxy S7)

L’analisi

Moltiplicando questo dato per tutti gli utenti delle 4 piattaforme prese in esame, giornalmente questi 4 social media immettono una quantità di CO2 pari a 588.000 tonnellate giornaliere e 214.620.000 tonnellate annue (world wide).

Ma come nascono questi dati? Ogni App è collegata per il suo funzionamento ad un server. Quindi il vero centro di emissione della CO2 legato all’utilizzo dei social proviene dai server che sono dietro all’utilizzo delle applicazioni stesse.

Un singolo server, spesso dentro una Server Farm, oltre a processare le applicazioni del social di riferimento (di norma sono cluster di server geolocalizzati in più parti del pianeta), per funzionare ha bisogno di:

  • L’energia elettrica per il funzionamento
  • L’acqua per il raffreddamento dei locali
  • L’obsolescenza dei materiali
  • Apparati di networking
  • Connettività

Per avere una dimensione di quanti server sono utilizzati solo per i social ecco qui alcuni dati:

  • Facebook ad oggi utilizza circa 30.000 server per l’erogazione dei suoi servizi.
  • Youtube (allocato sulle piattaforme Google) ha accesso a circa 450.000 server su cui memorizza i dati che offre in streaming.
  • Per TikTok è prevista, per il 2026, la messa in esercizio di ulteriori 200.000 server per l’uso della AI.

In questo contesto va considerato che la capacità di 1 un singolo server (all’interno di una server farm) è in grado di generare ogni anno, in base all’utilizzo, una quantità di CO2 che varia da 1 a 5 tonnellate di anidride carbonica.

Clima e tecnologia: l’inaspettato contributo dei social all’emissione di CO2

Volendo fare un’analisi più di dettaglio, è chiaro ogni post incide sul clima e sull’ambiente, poiché emette anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera.

L’emissione avviene tramite il processo di utilizzo dovuto all’energia consumata dai server che ospitano i dati e dai dispositivi utilizzati per accedere a tali piattaforme. I Data Center che supportano servizi online richiedono un’enorme quantità di energia per funzionare e raffreddare i server. La quantità di CO2 emessa dipende dunque dal mix energetico utilizzato dalla società che gestisce il centro dati.

Gli studi

Ad oggi l’analisi precisa delle emissioni di anidride carbonica (CO2) causate dall’utilizzo dei social media è un argomento relativamente nuovo e in evoluzione. Negli ultimi anni sono stati condotti diversi studi e ricerche per valutare l’impatto ambientale delle tecnologie digitali, compresi i social media.

Alcuni di questi si concentrano sull’impronta di carbonio delle piattaforme online, analizzando i consumi energetici dei Data Center e delle infrastrutture associate. Altri studi si concentrano sull’uso dell’energia elettrica da parte dei dispositivi utilizzati per accedere ai social media, come smartphone, computer e tablet.

È importante notare anche che le emissioni di CO2 associate all’utilizzo dei social media dipendono da molteplici fattori, tra cui il tipo di tecnologia utilizzata, il mix energetico della fonte di elettricità locale, le dimensioni delle infrastrutture digitali e non ultimo le abitudini di utilizzo degli utenti.

Social e Co2. I risultati

L’uso intensivo dei social media comporta anche un aumento della domanda di dispositivi elettronici come smartphone, computer e tablet.

Queste sempre maggiori richieste, possono contribuire alle emissioni di CO2 e all’accumulo di rifiuti che possono influenzare il clima e l’ambiente.

L’uso dei social media può anche promuovere comportamenti che aumentano le emissioni di CO2, come il consumo eccessivo, il trasporto non sostenibile per partecipare ad eventi o viaggi, e il proliferare di prodotti e servizi con un impatto ambientale significativo.

L’uso spropositato dei social media ed in generale delle tecnologie digitali non va sottovalutato, poichè attraverso l’emissioni sempre maggiori di CO2 può contribuire significativamente al cambiamento climatico .

E’ quindi importante il controllo derivante del consumo energetico, della produzione e dello smaltimento di dispositivi elettronici, nonché dei comportamenti promossi o influenzati da tali piattaforme.

L’impatto ambientale delle nostre attività digitali, soprattutto sui social, e come promuoverne un utilizzo più consapevole e sostenibile sarà una delle grandi sfide del futuro per fronteggiare i cambiamenti del climatici.

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