Ucraina e Russia: analisi geopolitica di una crisi in divenire

Ucraina e Russia: analisi geopolitica di una crisi in divenire

Ucraina e Russia, da dove parte la crisi? Analisi dei fatti e delle dinamiche che coinvolgono i due paesi.

I fatti: cosa sta succedendo?

Per spiegare ciò che sta avvenendo in Ucraina partiamo da un libro. Parliamo di “Storia e geopolitica della crisi Ucraina”, dell’analista di geopolitica Giorgio Cella (dottore di ricerca di istituzioni politiche all’università Cattolica di Milano e già osservatore elettorale per l’OCSE nelle elezioni dell’Ucraina nel 2019). Questa crisi risale al 2014 quando gruppi separatisti filorussi nella regione del Donbass chiesero un referendum di indipendenza delle loro regioni dall’Ucraina. Questa indipendenza viene riconosciuta solo dalla Federazione Russa, mentre la comunità internazionale ha denunciato brogli elettorali e repressioni militari.

Ed è su queste basi che Putin, lo scorso 21 Febbraio 2022 in diretta televisiva, firma il decreto di riconoscimento ufficiale delle Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk. E poi ordina l’invio di truppe della Federazione Russa con funzione di forze di pace nella regione del Donbass.

Donbas, il pretesto

Dall’analisi di Cella appare chiaro che il riconoscimento dell’autonomia delle repubbliche indipendentiste è una scusa. Infatti, le aree di Doneck e Lugansk hanno da sempre avuto un legame storico con la Russia sin dai tempi degli zar e del periodo sovietico. In queste aree sono presenti asset economici importanti, quali l’industria pesante metallurgica e chimica. Un valore strategico per i piani di ristrutturazione del potere russo.

Questo territorio, per Cella, servirà a Putin anche per ricostruire una fascia di sicurezza sulle frontiere occidentali della Federazione Russa per allontanare la minaccia dell’espansione della NATO e dell’Occidente.

NATO che ha attraversato diverse fasi di espansione dagli anni ‘90, nel 2004 e 2009. E ha visto anche diversi paesi ex satellite di Mosca (ex patto di Varsavia) richiedere l’adesione all’alleanza per arrivare oggi a 30 paesi membri.

La contrarietà della Russia a queste annessioni si è manifestata quando si è iniziato a parlare di quella della Georgia e dell’Ucraina: territori contigui e perciò strategici, dicevamo, per la Federazione.

Ucraina. Guerra improvvisa o storia già scritta?

Per chi segue le dinamiche geopolitiche questo episodio non è eccezionale come alcuni media hanno voluto farci credere, ma costituisce di fatto una seconda fase della crisi Ucraina del 2014.

Lo schema del leader russo sembra inoltre seguire una strategia simile nel tempo. Una doppia replica dello scenario già visto nel 2014 con l’annessione unilaterale di Mosca della Crimea e, precedentemente, nel 2008 in Georgia, con la guerra dei 5 giorni, con il riconoscimento da parte della Federazione Russa dell’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abcasia e l’ingresso delle truppe nei territori georgiani. Ed è da notare che questi sono gli unici due paesi in cui la Federazione Russa interviene militarmente per tentare di fatto di evitare queste annessioni. (Annessioni a una alleanza richiesta direttamente dai paesi stessi non forzata dall’organismo NATO n.d.e.). Obiettivo dichiarato della Russia: voler pacificare i nuovi stati.

La domanda vera però per noi è, ma perché tutto questo è rimasto praticamente taciuto o raccontato in maniera parziale o superficiale? Perché ci si concentra di più a dare i ogni dettaglio dei tradimenti (presunti) di Blasi e Totti invece di aiutare i cittadini a comprendere cosa sta succedendo nel mondo?

Scenari futuri

Oggi le previsioni degli scenari futuri sono vari, ci sono diverse posizioni ed opinioni in merito. E il web si divide come sempre tra fonti affidabili e altre sensazionalistiche o basate su opinioni personali e non su fatti e analisi.

Per questo il consiglio rimane quello di verificare con attenzione l’autorevolezza delle fonti e non lasciarsi trascinare dalla velocità delle notizie lanciate con sensazionalismo puntando sull’emotività.

Mai come in un momento delicato come la guerra è necessario mantenere la lucidità della mente e il calore del cuore per restare umani.

E per concludere

Vogliamo dire con convinzione che la guerra non è mai una risposta accettabile e che ogni misura deve essere presa per fermare gli orrori degli ultimi giorni. Noi di openmag siamo pronti ad essere più scomodi e un po’ più al freddo nei prossimi mesi pur di garantire ai nostri fratelli e alle nostre sorelle Ucraine, e anche a quei giovani russi che si trovano obbligati a una guerra che non volevano, il ritorno a una vita dignitosa, pacifica e libera.

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